Oggi pomeriggio alle ore 17, presso la sala conferenze Santa Croce del Comune di Tuscania, si terrà la presentazione del libro “Matti persi – Matti ritrovati”. L’opera è il frutto di una lunga ricerca storico-sociale condotta da nove autori (Federica Carboni, Giovanna Chiarini, Gino Civitelli, Roberto Lorenzini, Cesare Naticchioni, Gilda Nicolai, Luca Piras, Angela Scorzino, Anna Rita Sgamellotti) impegnati in vari fronti nei servizi che si occupano di salute mentale. Il ricavato della vendita dei libri sarà interamente devoluto all’Afesopsit, associazione famigliari e sostenitori sofferenti psichici della Tuscia.
“Matti persi – Matti ritrovati” è, come lo definiscono gli stessi autori, “un libro che vuole documentare il percorso estremamente emblematico della psichiatria in Italia, fornendo un’analisi, sinora mancante, sulla storia della psichiatria in questo territorio, dando così anche uno spunto di riflessione sugli gli attuali problemi e le possibili soluzioni riguardo all’operatività dei servizi odierni”.
Il libro si articola in tre parti e comprende un dvd allegato. La prima parte narra la storia di tre pazienti del Viterbese (delle zone di Tuscania, Piansano e Fabrica di Roma), mettendo in evidenza la vita del malato all’interno della società prima del manicomio e l’esperienza del manicomio stesso, il ritorno a casa e la realtà dei servizi assistenziali e delle famiglie. La seconda parte del testo analizza, invece, le fonti rinvenute nell’archivio storico della Provincia di Viterbo, fonti che documentano la quantità degli internamenti per motivi psichiatrici adottati nel periodo 1927-1978, cioè prima del varo del Servizio sanitario nazionale e quindi dell’avvio degli attuali servizi territoriali della ASL per la salute mentale. La terza parte, infine, raccoglie le testimonianze fotografiche relative alle storie raccontate, con un focus sul manicomio di Siena “San Niccolò” dove furono rinchiusi i protagonisti. Nel dvd allegato al volume sono poi raccolte le interviste a due ex internati dell’ospedale psichiatrico di Siena e il filmato del loro recente viaggio nella cittadina toscana per rivedere insieme i luoghi dove erano rinchiusi.
“Matti persi – Matti ritrovati” è un’opera che si rivolge non solo agli operatori psicosociali e della salute mentale, ma anche, per lo stile semplice e narrativo adottato, ad ogni cittadino, sia per fargli conoscere il ruolo storico svolto dalla psichiatria in questo territorio e sia per permettergli di sostenere chi, come l’Afesopsit, è impegnata attualmente sul fronte non istituzionale della salute mentale.
Un libro, o un singolo psichiatra, ci spiegherà mai i tortuosi percorsi mentali dell’elettore medio(cre) della lista cinica (non è un refuso) del ducetto kaffeinomane Filippo Rossi da Trieste?