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Nella Tuscia un San Silvestro casareccio

L'orchestra del Tuscia Opera festival

L’orchestra del Tuscia Opera festival

Notte di San Silvestro. Breve panoramica. Napoli guarda in casa, con Pino Daniele. Così come Venezia, tutti in maschera. A Firenze Renzi si conferma golden boy con sei piazze aperte (big di turno Max Pezzali e Ginevra di Marco, senza tralasciare i Martinicca Boison). Scelta di classe a Bologna, con Peter Hook (Joy Division). Colpaccio Cosenza, che propone Vinicio Capossela. A Milano sbarca Elio con tutte le “storie tese”. Nella capitale spettacolo di luci laser (a cura del nostro compaesano Carramusa), più esibizioni di Daniele Silvestri, Niccolò Fabi e allegati. Duo impossibile Mengoni – Biondi a Rimini. In Sicilia Gazzè a Palermo e Bregovic a Catania. Negrita (più qualche straniero) ad Alghero. Gusto retrò a Mantova (Ron), Verona (Enrico Ruggeri), Savona (Roberto Vecchioni). Paraculata Paolo Belli a Modena. Classicone a Sanremo, con Nek. Giuliano Palma a Torino e Emis Killa a La Spezia. A Viterbo Giorni Anomali, Lunatica e Pay Cash.

Ora, tralasciando il valore effettivo (o l’effetto popolarità) delle band nostrane, che come ogni altra realtà emergente è logico che rispondano con un sì qualora squilli il telefono in vista del 31 dicembre, un sondaggio sui social network espone i pareri della provincia. Da un lato ci sono quelli che si recheranno (a partire dalle 22.30) in piazza Unità d’Italia. Molti, senza ombra di dubbio. Gli stessi però che seguirebbero e seguono gli amici su qualsiasi altro palco. Quindi l’effetto turistico e quello mediatico son pari a zero. Dall’altro c’è un diffuso malcontento che si risolverà in cene a casa o treni verso nuovi orizzonti. E ci sta pure chi sottolinea come “service, palco, luci, Siae, fonico, permessi, firme, carichi sospesi e via dicendo”, costeranno più di diecimila euro. Quindi pure se i gruppi avessero (condizionale d’obbligo) accettato di esibirsi gratuitamente le casse comunali comunque ne avrebbero risentito. L’ingresso è gratuito, comunica l’amministrazione comunale.

Detto ciò, cos’altro propone il viterbese? A Tarquinia si festeggia in piazza Matteotti coi Famodanno. Non il migliore dei nomi in quanto a propositi, ma spulciando tra i componenti si pesca tale Danilo Cherni, tastierista di Antonello Venditti. Pure qui non si paga, conferma Mazzola. Ne prendiamo atto.

Vignanello si gioca la carta “Bengalata” dal Castello Ruspoli. Simpatico infine il Canedanno (ristorante la Commenda, verso Montefiascone) promosso dall’associazione Mifidodifido. Parte della quota servirà per acquistare un’ambulanza canina.

Tornando a Viterbo si passa al primo giorno di gennaio. Riecco (se mai se ne fosse andato)  il concerto di classica, ore 19, chiesa di Santa Maria della Verità. Sponsor ancora il Comune, attori protagonisti quelli del Tuscia Operafestival. Orchestra di casa, maestro di casa (Vignati), musiche d’altri: Bellini, Verdi, Puccini, Strauss e affini. Dieci euro e passa la paura.

Chiusura rosicona. Come da sempre l’alternativa dietro l’angolo c’è. Non si trova nel Lazio ma a due passi, precisamente a Orvieto. Ennesimo programma confezionato ad hoc dal team Umbria jazz (winter). Qualche nome? Funk off. Fabrizio Bosso. Paolo Fresu. Enrico Rava. Tanto per citarne quattro.

Buon anno e buone scelte.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    A Viterbo c’è chi impezzirà temendo la perdita del prezioso e lucroso assessorato alla cultura.

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