Sessantuno seggi per sessanta comuni, con alcuni accorgimenti particolari. Si vota dalle 8 alle 20. Tutti, o quasi, possono votare: chi è iscritto al partito pure gratis, gli altri con due euro. Tre nomi sulla scheda (da sinistra a destra: Cuperlo, Renzi e Civati), con le rispettive liste. E’ in occasioni come questa che il Partito democratico dispiega tutte le sue capacità organizzative, eredità di quel Pci che in quanto a logistica e capillarità aveva pochi rivali tra i partiti europei. “Ma non chiamatela macchina da guerra, semmai questa è una macchina gioiosa – ammonisce il presidente dei garanti Giuseppe Fraticello, con un pizzico d’orgoglio alla vigilia dell’ennesima prova consultiva di una struttura già rodata dai congressi di circolo, comunali e provinciale dell’ultimo mese – Parliamo di circa cinquecento volontari che oggi lavoreranno affinché tutto si svolga secondo le regole, nei 61 seggi che coprono l’intero territorio viterbese. Abbiamo cercando di accorpare i comuni piccolissimi, per garantire comunque a tutti di votare. Nel capoluogo i seggi sono sei, divisi per ordine alfabetico onde evitare file, due per le frazioni Grotte Santo Stefano e San Martino al Cimino. Uno particolare, per La Quercia e Bagnaia e per i votanti fuori sede, i giovani dai 16 ai 18 anni e gli stranieri, comunitari e non”. Nel 2012 i votanti furono circa 17mila, 3350 solo a Viterbo (il 77 per cento dei quali iscritti al partito), ma erano primarie di coalizione, mentre stavolta sono soltanto del Pd. Per sicurezza, comunque, le schede arrivate in sede sono più della volta precedente, anche se un traguardo come 10mila votanti non sarebbe da buttare, visto l’aria che tira a livello nazionale sull’affluenza.
Come si vota? La scheda è uguale in tutta Italia. Non ci sono i nomi dei componenti delle liste (quattro viterbesi per ciascuna), basta barrare il simbolo o il nome del candidato nazionale. I conti si faranno poi in base ai risultati definitivi. Come detto: per gli iscritti è gratis, i non iscritti invece pagano due euro e dovranno firmare un appello di adesione ai “principi politici, programmatici e morali del Pd”. I moduli finiranno in mano sicure – promettono – e saranno accessibili soltanto per richieste seriamente motivate da parte dei candidati.
Chi non può votare? “Quelli dichiaratamente appartenenti ad altre forza politiche o amministratori facenti parte di altri gruppi consigliari al di fuori del Pd”, scandisce Fraticello. In pratica: quelli che fanno parte di liste civiche, alleate o non in aperta competizione col Pd, potranno recarsi alle urne. Un Filippo Rossi – presidente del consiglio comunale di Viterbo ed espressione di una lista civica alleata col partito – per esempio, potrà votare, come aveva annunciato. Un Francesco Battistoni invece no (ma non pare comunque che ne abbia intenzione). “I presidenti di seggio sanno comunque come debbono regolarsi”, spiega ancora Fraticello. Che sottolinea come tutta la struttura elettorale sia stata approvata all’unanimità: “Ovunque – dice – c’è un rappresentate per ciascuna delle tre liste in corsa. Nel rispetto di tutte le idee e tutti i programmi. Parliamo di 327 tra presidenti e scrutatori, più 150 rappresentanti di lista. Fanno cinquecento persone al lavoro. Merito del clima sobrio e trasparente impostato sin dall’inizio della stagione dei congressi: i candidati a livello locale ci hanno messo nelle condizioni migliori per lavorare”.
Alle 20, dopo la chiusura, via allo spoglio, con ogni presidente di seggio che con il cellulare e con un codice personale e segreto comunicherà i dati al centro. Tre seggi (Bagnoregio, Tarquinia e Viterbo 4) sono coinvolti nel progetto di Youdem, la televisione del partito, che fornirà una prima proiezione nazionale per le 21, basata su 500 sedi in tutta Italia. Tempi brevi: domani sera si riunirà già la commissione provinciale per l’ufficializzazione, martedì quella regionale e mercoledì la nazionale. Domenica prossima l’assemblea proclamerà il vincitore: immediatamente, se uno dei tre candidati supererà il 50 per cento più uno dei voti, con il voto dei mille delegati in caso di ballottaggio tra i primi due.
Il PD dà i numeri? Ordinaria amministrazione.