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Un posto per le donne senza voce

violenza donneAnche il consiglio comunale di Viterbo nella seduta del 27 novembre, ha scelto di aderire alla campagna nazionale “Un posto occupato”, presentato all’inizio dei lavori e condiviso da tutti i consiglieri.

“Posto occupato” è un’iniziativa nata su idea di Maria Andaloro, docente di storia dell’arte medievale presso l’Università della Tuscia di Viterbo che ha lanciato sul web questo modo di rendere “tangibile” la memoria delle tante donne che non hanno più voce.

Come recita lo slogan della campagna “Ciascuna di quelle donne, prima che un marito, un ex, un amante, uno sconosciuto decidesse di porre fine alla sua vita, occupava un posto nella società, sul tram, a scuola, in metropolitana. Questo posto vogliamo dedicarlo a loro affinché la quotidianità non lo sommerga”. Noi lo abbiamo fatto in consiglio comunale, abbiamo “occupato il posto” in prima fila per simboleggiare un’assenza che sarebbe stata una presenza se non ci fosse stato un uomo ad ucciderla. Il posto occupato è un’idea, un dolore, un pensiero, una reazione che ha cominciato a prendere forma man mano che i numeri crescevano e cresceva l’indignazione di fronte alla notizia dell’ennesima donna assassinata.

Dall’inizio dell’ anno sono 128 le donne morte per mani assassine, 128 donne che hanno pagato con la vita la loro sottomissione o il tentativo di riscatto e sono purtroppo tantissime le donne che ogni giorno tra le mura domestiche, nei luoghi di lavoro e in tutti i posti in cui esprimono la loro personalità, sono costrette a subire violenze di ogni tipo, da quelle fisiche a quelle psicologiche.

Nella sala del consiglio comunale, da venerdì sera c’è un “posto occupato” per loro, anche se loro non potranno mai più usufruirne.

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