29032024Headline:

Camera di Commercio, grandi manovre

Ferindo Palombella, presidente uscente

Ferindo Palombella, presidente uscente

A Viterbo le grande manovre sono già cominciate. E ai nastri di partenza ci sono – stavolta come non mai – diversi big dell’imprenditoria viterbese, tutti vogliosi di sostituire quel Ferindo Palombella che – dopo tre mandati consecutivi – lascerà il trono di via Fratelli Rosselli, sede della Camera di Commercio viterbese. Entro il prossimo 10 febbraio le varie associazioni di categoria devono rendere pubblici gli apparentamenti ed ecco allora che in queste ore si susseguono incontri (bilaterali, trilaterari, quadrilaterali e via dicendo), telefonate fatte più di sussurri che di grida, summit più o meno carbonari per raggiungere l’accordo su un nome. Condiviso? Questo è ciò che tutti ufficialmente auspicano, ma sotto sotto è già cominciata una battaglia senza esclusione di colpi.

Domenico Merlani, super candidato

Domenico Merlani, super candidato

E allora. Dal tam tam di queste ore si evince intanto che Domenico Merlani, presidente viterbese di Confindustria, è tra gli aspiranti quello che al momento aspira più di ogni altro. Qualcuno lo propone in quota centrodestra, ma lui dice che la politica in queste cose non deve entrarci, facendosi però forte del fatto che stavolta – stando a patti pregressi con Cna e Coldiretti – l’ala sinistra (politicamente parlando) della città dovrebbe cedere la presidenza dell’ente di via Rosselli all’altra sponda. Certo è che qualche mal di pancia la candidatura lo crea (leggi: Federlazio). Giacché nei corridoi si dice che Confindustria non può prendersi tutto, senza lasciare agli altri almeno una briciola. E la nomina ad assessore comunale dell’appena pensionato Tonino Delli Iaconi non ha certo favorito le chances di Merlani. Comunque sia, Rino Orsolini, presidente di Federlazio a fine mandato, sta alla finestra. Lui ha più volte ribadito di non volersi candidare (“Gli impegni che ho all’interno della mia azienda non mi lasciano molto tempo libero” ha sempre ripetuto), ma al momento è in stand by, in attesa di capire cosa accade dentro Confindustria. E poi… E poi c’è il terzo incomodo, ovverosia Vincenzo Peparello, ex presidente di Confesercenti, che oggi aspira molto più di ieri in quanto è aumentata la quota di rappresentanti del commercio in seno al consiglio camerale. Una lievitazione dovuta più alla crisi (con conseguente cancellazione di imprese) che ha investito le altre categorie, piuttosto che a uno sviluppo della propria.

Certo è che la prossima settimana sarà decisiva per capire. E per vedere se dovessero esserci sorprese. Giacché qualcuno sussurra a bassa voce che dentro Confindustria non ci sarebbe poi tutta questa unanimità e che si starebbe lavorando anche a una soluzione alternativa. Se ciò sia vero o falso lo scopriremo solo vivendo.

Fatto è però che, nei giorni scorsi, sulle Camere di commercio italiane s’è abbattuta la scure di Matteo Renzi. Il quale, quando ha presentato la sua riforma per il lavoro, ovverosia l’ormai famoso job act, ha previsto tra le varie cose l’eliminazione dell’obbligo di iscrizione alle Camere di Commercio: “Un piccolo risparmio per le aziende – ha commentato il segretario nazionale del Pd – ma un segnale contro ogni corporazione”. Le funzioni delle Camere di Commercio, secondo Renzi, potrebbero essere svolte da un ente territoriale pubblico. E allora? E allora, se la proposta renziana andasse in porto, le schermaglie già abbondantemente cominciate e destinate a diventare sempre più aspre con l’avvicinarsi dell’appuntamento – previsto per il mese di maggio – potrebbero rivelarsi del tutto inutili.

Per il momento però, la novità non sembra sconvolgere più di tanto i protagonisti della politica economica viterbese. Convinti che la rottamazione delle Camere di Commercio, anche se ipotizzata, difficilmente potrà diventare realtà (del resto, basta vedere l’analoga vicenda delle province, di cui si parla da qualche anno). Ergo, i colloqui sottotraccia si vanno facendo sempre più fitti, alla ricerca di una quadra che – stavolta come non mai – alla fine potrebbe riservare anche delle sorprese.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Nennianamente parlando, c’è sempre un rottamatore più rottamatore che ti rottama.

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