Immobili di proprietà comunale, approvata di recente un’importante delibera inerente la conservazione e la valorizzazione del patrimonio. Di prossima discussione un secondo atto riguardante la realizzazione e il recupero di spazi da destinare a iniziative di carattere sociale e culturale.
A fronte della conclamata crisi dei tradizionali meccanismi di finanziamento delle pubbliche amministrazioni e soprattutto considerata la grave situazione in cui versano i bilanci dei comuni, quest’amministrazione deve necessariamente adottare delle politiche di gestione del proprio patrimonio, volte alla piena valorizzazione e ottimizzazione dei propri immobili. Il patrimonio immobiliare comunale deve essere inteso come uno degli strumenti principali per incrementare le entrate, laddove ovviamente i beni non siano funzionali a utilizzi diretti da parte del Comune. E qui è necessario distinguere quei beni strumentali destinati a uffici e a servizi comunali, da quei beni a reddito. In questo secondo caso, purtroppo, si deve fare i conti con un elevato livello di morosità, soprattutto per quanto riguarda le locazioni a uso diverso da quello abitativo.
Un atto di notevole importanza quello sottoscritto dalla giunta comunale. Sebbene il documento preveda una serie di adempimenti previsti per legge, i comuni non sempre hanno adottato le misure necessarie per la valorizzazione e la conservazione del patrimonio immobiliare. E il Comune di Viterbo, purtroppo, rientra tra questi. In soldoni, siamo a circa 500 mila euro per quanto riguarda gli affitti mai pagati, o solo in parte, da commercianti e cittadini in affitto in locali di proprietà del Comune di Viterbo. La legalità non è un optional. Nessuno vuol mettere sul lastrico gli affittuari inadempienti, per questo abbiamo previsto anche dei piani di rientro e delle soluzioni che consentano di sanare quelle inadempienze che hanno provocato l’attuale situazione.
Nella delibera vengono fornite prime indicazioni e direttive agli uffici preposti alla gestione del patrimonio e alla gestione del contenzioso di sfratto e di recupero delle somme dovute al Comune. Sei i punti elencati nel documento: ovvero, la valorizzazione attraverso la migliore gestione del patrimonio già contrattualizzato (monitoraggio sulla corresponsione dei canoni e degli oneri accessori, periodico inoltro di avvisi pagamento e conseguenti ingiunzioni, predisposizione dei ruoli e laddove la morosità persista, avvio di azioni volte allo sfratto); valorizzazione attraverso la contrattualizzazione del patrimonio (adozione di procedure di gara a evidenza pubblica per l’ottenimento della migliore proposta economica, in termini di canone annuo); valorizzazione attraverso l’alienazione del patrimonio, valorizzazione del patrimonio attraverso l’ottimizzazione delle destinazioni d’uso o di fruizione anche, se necessario, con adeguamenti dal punto di vista urbanistico e con interventi pubblici; valorizzazione attraverso l’acquisizione di beni dello Stato trasferibili in attuazione del decreto legislativo 28 maggio 2010, n. 85 (nel corso del 2013 si è già dato avvio alle procedure di acquisizione dei beni statali formalizzandone richiesta all’Agenzia del Demanio); valorizzazione mediante certezza e uniformità di attuazione nella gestione delle morosità, delle relative rateizzazioni e procedure di sfratto (sia per immobili a reddito che per abitazioni).
Tre le situazioni previste per quest’ultimo punto, e cioè l’attivazione della procedura per sfratti nei confronti degli assegnatari morosi per una somma superiore a mille euro o un numero di canoni insoluti superiori a un semestre (nel caso di immobili adibiti ad abitazioni occorrerà verificare se si tratta di inquilini colpevoli o “incolpevoli”, ovvero quelle persone che per sopravvenute criticità economiche, causate da licenziamento, malattia grave, decesso dell’unico percettore di reddito, si sono trovate nell’oggettiva impossibilità di corrispondere il canone di locazione); rateizzazione morosità, in base all’entità della somma non corrisposta (fino a mille euro, oltre i mille euro, oltre i diecimila euro); e, infine, la regolamentazione del rinvio degli sfratti, con tempistiche e modalità ben definite per evitare aumenti di morosità dovuti al mancato rispetto delle rateizzazioni concordate.
Non è che, gira gira, saranno valorizzati i patrimoni e immobiliaristi culo e camicia, anzi ciambella, con Peppe Bucìa?