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Giorni decisivi per il futuro di Caffeina

Andrea Baffo e Filippo Rossi con Roberto Vecchioni

Andrea Baffo e Filippo Rossi con Roberto Vecchioni

Sarà una città senza Caffeina? Di quei beveroni insipidi – e che non fanno – tanto amati dai salutisti gné gné? Il rischio c’è, ad oggi fine gennaio 2014. Tanto che lo stesso festival culturale, dopo sette edizioni sempre in crescendo, s’interroga sulla sua sopravvivenza. E chiede sostegno morale attraverso la campagna via sms o twitter agli amici vicini e lontani, agli ospiti vip del passato, agli spettatori comuni che si sono abbeverati alla sua tazza negli ultimi anni. Per il sostegno economico, invece, siamo ancora in alto mare.
Intanto: un dato è chiaro, anche se va interpretato con la massima cautela e senza allarmismi. A fine gennaio ancora non esiste una bozza di programma per la manifestazione estiva. Chiaro, no? E’ difficile programmare se non si sa quanto si può spendere. Così come è chiaro che Caffeina si fa grazie all’impegno dei soci della Fondazione e degli sponsor, che ogni anno fruttano oltre duecentomila euro, ma che ha pure la necessità di poter contare su qualche contributo pubblico. Altrimenti una cosa così grande, così lunga, così bene organizzata, non si può mica fare, e rischierebbe di finire, come insegnano altre esperienze (tipo il festival del giornalismo di Perugia, che cerca un futuro attraverso la raccolta di fondi dopo il drastico taglio dell’aiuto pubblico).
Il campanello d’allarme era già suonato in novembre, e ribadito a dicembre. Da allora deve essere cambiato davvero poco, se non nulla. E il tempo passa. Dice: ci sarebbe il Comune, dove secondo i soliti maliziosi albergherebbero connivenze occulte col festival. Si debbono nascondere molto bene, se è vero che ad oggi da palazzo dei Priori non è arrivato alcun segnale concreto di sostegno alla prossima edizione di Caffeina. Parole di ammirazione, tante; incoraggiamenti – come come è noto sono gratuiti – a profusione. Ma segnali di vita, per dirla alla Battiato, zero carbonella. E non è solo una questione di cifre: sarebbe gradito anche un interessamento logistico, l’offerta di qualche aiuto pratico, nell’ospitalità, sull’utilizzo del suo pubblico, cose così. Invece, si rimane nel limbo degli ultimi mesi del 2013, e stando così le cose è difficile programmare, invitare, inventare.

“La macchina è ferma”, ammettono dal quartier generale. Dove si aspetterebbero un minimo di interesse concreto da parte delle istituzioni, loro che portano migliaia di persone in città, che muovono l’economica, che fanno associare il nome di Viterbo a qualcosa di bello (leggere i messaggi di solidarietà nell’articolo a parte).

E mentre mezza Italia scrive di non mollare, i rappresentanti della Fondazione aspettano risposte (per esempio il versamento dei contributi della passata edizione), cercano sponde anche in Regione e intanto contano i giorni. Il 7 febbraio c’è assemblea dei soci, dove potrebbe essere ufficializzata la sorte del festival. Ma qualcosa potrebbe muoversi anche a breve, coi canali che restano aperti in attesa di messaggi. Prima di preparare il funerale e versare qualche lacrima (più o meno di coccodrillo), conviene aspettare. E avere fede.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    E la delibera del novembre scorso, pubblicata in allegato a questo articolo (http://www.etrurianews.it/eventi/cultura/eventi/caffeina-occupa-la-citta), che concede a Caffeina l’utilizzo di ampia parte del suolo pubblico del centro storico a titolo GRATUITO non vi risulta?
    Non diciamo, e soprattutto non scriviamo, castronerie. O magari documentiamoci un po’ prima di scriverle con apodittica prosopopea. State tranquilli, che come è arrivata la concessione dell’utilizzo del suolo pubblico a titolo GRATUITO arriveranno anche tanti bei soldarelli (pubblici) per kaffeina.

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