04122024Headline:

Là dove c’è troppa erba…

Il giardino di via Rasetti

Il giardino di via Rasetti

Che sia pubblico non si discute. Sul verde invece ci sarebbe parecchio da ridire. Qual è lo stato di salute dei giardinetti della città? Dei due polmoni principali (per dimensioni) ce ne siamo occupati pochi giorni addietro. Pratogiardino e Villa Lante sono quindi sistemati. Rimangono però da valutare le aree più modeste, che nonostante le dimensioni risultano quotidianamente assai affollate.

Partenza dolce, da via Carlo Cattaneo. “Il parco della solidarietà e del sorriso” è pulito. Gonfio di nonni e di bambini. E poco importa se il risultato sia ottenuto grazie anche a fondazioni, privati e volontari. La cooperazione, a quanto pare, funziona.

Quello del Carmine

Quello del Carmine

Segue il Carmine. Una fetta di terreno piazzata tra le case popolari, alcune villette, ed il campo sportivo del Pianoscarano. Manca un po’ di manutenzione: lo scivolo richiede a gran voce dell’impregnante. Di fronte c’è una buca che se ci si cade dentro occorre lo speleologo per uscirne.

Per il resto, ruggine a parte, ogni pezzo è messo bene. E i frequentatori presenti nel piccolo parco apprezzano. “Vengo qui ogni giorno – dice una mamma con due figli al seguito – E non mi lamento”.

Il parco di La Quercia...

Il parco di La Quercia…

Note dolenti. Di fronte al parcheggione della Ausl, piazzale Romiti, si accede a via Rasetti. Una conca dimenticata da dio (e dalle varie amministrazioni). Non c’è un gioco. Non c’è un lampione. L’erba è ormai ad altezza giungla tropicale. L’immondizia fa parte del pacchetto. E una madonnina piantata al centro apre sconsolata le braccia. Ci si interroga anche sull’utilità dell’orribile anfiteatro di cemento che la avvolge. “Lascio la macchina qui per abitudine – commenta un dipendente pubblico – Già l’accesso è pericoloso, taglia una strada ad alto scorrimento. E poi il totale abbandono non incita di sicuro alla frequentazione. Se non quella di vagabondi o simili. Svilupperanno mai l’area?”.

...e quello di Bagnaia

…e quello di Bagnaia

Tappe esterne. Dietro la scuola de La Quercia (l’unica), si apre un mega-giardino. Il tutto è all’insegna del dettaglio mancante. Zero illuminazione. Zero recinzione. Mancano i canestri nel campo da basket, la rete da pallavolo più in basso. Il girello non girella. Delle altalene è presente solo la struttura portante. E Anche qui vegetazione alle ginocchia e mondezza tra i cespugli.

Sempre parlando di frazioni ecco poi il campetto di Valle Pierina, a Bagnaia. Un’opera (si dice voluta dalla Provincia) situato sotto il ponte. In fase di costruzioni la ditta c’ha messo le mani due volte, spostando il rettangolo da calcetto. “Un errore di valutazione – conferma un anziano – Che abbiamo pagato noi”. Al verde poi si è preferita la ghiaia. Col risultato che ad ogni acquazzone le strade circostanti si riempiono di sassi. C’è un cestino, ignorato. Delle tribune, sporche. Mancano le reti sulle porte. Il telo di fondo in plastica nera è emerso con prepotenza. Se non bastasse è parecchio frequentato, e quindi pericoloso per il traffico continuo. E ha anche tolto una cinquantina di posti auto nell’unico sito dove si potevano posteggiare.

Ultima considerazione, come se poi fosse poco, in tutti i punti sopracitati mancano i secchi per la differenziata. E quindi si getta ogni cosa in un unico canestro. Forse per compensare quei due che mancano a La Quercia…

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Urge l’intervento del grande Daniel Plants, cribbio!

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