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Marini e Michelini: botta e risposta

Marini e Michelini? Ormai sono come cane e gatto. Non passa giorno che non si becchino e l’ultima tenzone verbale riguarda la commemorazione del bombardamento che il 17 gennaio 1944 colpì il capoluogo della Tuscia, provocando oltre cento vittime e più di trecento feriti

“E’ così che l’amministrazione Michelini commemora il ricordo delle vittime del bombardamento del 17 gennaio 1944, quando sotto le bombe sganciate dagli alleati nella zona di Porta Fiorentina perirono oltre un centinaio di viterbesi, con più di trecento concittadini rimasti feriti e una città per buona parte distrutta?”. Attacca subito Marini, criticando il Comune per la scarsa partecipazione alle celebrazioni di quell’evento tragico. “Una vergogna – dice ancora Marini – vera e propria. Non un fiore, non un manifesto in onore dei caduti e delle vittime del bombardamento. Senza contare che auest’anno cade pure il settantesimo anniversario di quel disastro. Non ci sono state da parte del Comune deposizioni di corone a piazza dei Caduti, in piazza San Francesco o a piazzale Gramsci, in corrispondenza della zona più colpita dalla bombe alleate. Nessun segnale di sensibilizzazione della cittadinanza viterbese, che invece ha ancora addosso il dolore di quei lutti; nessun coinvolgimento delle associazioni che negli anni precedenti hanno sempre partecipato alle tante iniziative messe in piedi dall’amministrazione comunale per non far cadere nel dimenticatoio il ricordo di una comunità piegata nel fisico e nello spirito, che fu però capace di rialzarsi con grande dignità e di ritrovare la propria identità violata. Neanche il suono della sirena alle ore 13,14, l’orario del bombardamento del 17 gennaio 1944: un gesto simbolico da dedicare alla memoria di chi quel giorno perse la vita. Mi chiedo – è la conclusione di Marini – cosa ci si possa aspettare in futuro da chi gestisce le sorti amministrative di Viterbo, dato che il sindaco Michelini e la sua maggioranza non si sono dimostrati neanche in grado di onorare in maniera degna la storia, i lutti e le vittime di questa città”.

A stretto giro di posta la replica del sindaco Michelini: “Le vittime del bombardamento del 17 gennaio 1944 sono state onorate in chiesa, in maniera cristiana. In qualità di sindaco ho rappresentato la città di Viterbo con la fascia tricolore e con la presenza del Gonfalone. Al termine della cerimonia religiosa, officiata dal vicario generale del vescovo e alla presenza dell’assessore provinciale Fracassini, abbiamo deposto una corona in piazza San Francesco e un’altra al cippo presso l’ex area Garbini, a ricordo delle vittime. I momenti commemorativi vanno celebrati in modo religioso, almeno per chi ci crede. Non ho volutamente preso in considerazione iniziative che mi erano state proposte, come la presenza di alcuni mezzi storici militari, risalenti alla seconda guerra mondiale, che avrebbero dato un’impronta diversa a una ricorrenza che, a mio avviso, deve essere celebrata con sobrietà e soprattutto senza retorica militare. E in tutt’altro modo è mia intenzione lavorare a un progetto dedicato alla memoria cittadina, partendo proprio dal 1944, anno di quel tragico bombardamento, da realizzare nel prossimo giugno”.

A quando il prossimo battibecco?

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Allora affidiamoli alle cure della delegata alle bestiole e alla pupù di cane De Vivaviterbixolis.

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