“Nonostante i ripetuti appelli di Rete Imprese Italia al presidente del Consiglio e al ministro dell’Economia e delle Finanze, a decorrere dal 1° gennaio 2014, i soggetti che effettuano attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, compresi quelli professionali, dovranno accettare anche pagamenti effettuati attraverso moneta elettronica: un obbligo cui è impossibile adeguarsi, vista l’insostenibilità dell’installazione immediata dei milioni di Pos necessari. La nuova normativa impone nuovi gravi oneri alle imprese, in quanto, oltre all’obbligo di pagamento delle spese di attivazione del Pos, queste subiscono gli ulteriori costi di gestione che vanno ad aggravare i loro costi fissi. A ciò si aggiungono, ovviamente, le commissioni su ogni transazione la cui riduzione, peraltro, era un impegno preciso che avrebbe dovuto concretizzarsi in un decreto di cui si è persa traccia .
Rete Imprese Italia è consapevole che la modernizzazione dei sistemi di pagamento rappresenta uno degli strumenti importanti per aumentare l’efficienza del sistema produttivo italiano, ma rimane il fatto che l’utilizzo della moneta elettronica avrebbe dovuto, almeno, essere diffuso tramite una distribuzione equilibrata fra costi e benefici a carico dei soggetti interessati.
L’associazione denuncia quindi le criticità connesse all’entrata in vigore della normativa, che appesantiscono ancor di più le imprese, già oberate dagli effetti recessivi della crisi economica. Per questo Rete Imprese Italia chiede al governo di sospendere l’entrata in vigore della norma per tutte le imprese e di studiare una soluzione che favorisca la diffusione della moneta elettronica attraverso un abbassamento dei costi di utilizzo, per le imprese e per i cittadini.
Ai kaffeinisti-vivaviterbicoli va benissimo anche la moneta elettronica. Basta che sia tanta e tutta di provenienza pubblica.