27072024Headline:

Panettone viterbese, una delizia

Virginio Casantini

Virginio Casantini

Noi si può dir Natale senza un morbido e dorato panettone che troneggia sulla tavola imbandita. Si sa, a Natale la tradizione la fa da padrona e mai verità fu più vera se la si analizza dal puto di vista dei pasticceri. Confartigianato ha voluto ascoltarne qualcuno, partendo da due colossi, vere e proprie istituzioni per i viterbesi.
«La crisi si è sentita ma, fortunatamente, non troppo – spiega Virginio Casantini – le vendite rispetto all’anno scorso non sono aumentate ma neppure diminuite e i nostri prodotti classici sono andati a ruba. Primo fra tutti il panettone, soprattutto nelle versioni rivisitate». Da quello con il cioccolato a quello più raffinato con i fichi e le noci, il re del Natale non ha visto crisi e, magari con qualche pensierino in meno sotto all’albero, i viterbesi non hanno saputo dire no al piacere di una bontà artigianale, eseguita a regola d’arte. Complice anche il grande successo della mostra ChocolArt allestita presso la chiesa di S. Egidio nel cuore del centro di Viterbo, i famosi dolci Casantini sono stati ospiti d’onore in queste feste natalizie. Non da meno quelli firmati Polozzi, che anche quest’anno chiude un 2013 degno di nota. «Non si può certo parlare di un’impennata nelle vendite – spiega una dipendente della storica pasticceria di piazza della Rocca – ma non ci si può lamentare. Alcuni prodotti hanno risentito degli effetti della crisi, certo, ma per quanto riguarda i classici natalizi abbiamo venduto quasi tutto. I torroni e i panettoni sono stati i dolci più richiesti».
Insomma, malgrado quello che stiamo per salutare si farà ricordare come uno tra gli anni più duri che il Paese abbia dovuto affrontare dal secondo dopoguerra ad oggi, quel che è certo è che lo spirito degli italiani è duro a morire. Lo stretto legame che ci tiene fermamente uniti alle tradizioni è fortunatamente difficile da spezzare e, benché affaticati da spendig review, tagli di ogni genere e salati aumenti, non rinunciamo a quelle sane abitudini che ci hanno resi famosi nel mondo. «Ancora una volta – spiega Andrea De Simone, direttore di Confartigianato Imprese di Viterbo – l’arte artigiana ha saputo primeggiare riconfermando i suoi primati. Le nostre aziende possono vantare eccellenze applaudite da ogni parte e il tipico panettone natalizio, nella sua versione classica o rivisitata in chiave moderna con l’aggiunta dei prodotti tipici della Tuscia ne è un ottimo esempio».
Giunti alle soglie dell’anno nuovo, ancora in zona franca rispetto alla prova costume, l’augurio è che i dati sulle vendite delle nostre pasticcerie possano essere di buon auspicio per un 2014 ricco di ottimi risultati. «Se la scelta del panettone è ricaduta sui buoni prodotti dei nostri artigiani, riconfermando loro fiducia e stima – conclude De Simone – stessa sorte è toccata ai protagonisti del cenone di capodanno. Tradizione vuole che chi mangia bene, con prodotti di prelibata eccellenza, a capodanno mangia bene tutto l’anno».

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3   Commenti

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Bene lo squisito panettone viterbese, male la nauseabonda kaffeina triestina.

  2. piff ha detto:

    molino, ebbastaaaa
    ma che c’hai l’arteriosclerosi co caffeina? ma che te frega…se parla de panettoni e pure bboni…e rilassate no?

  3. Giorgio Molino ha detto:

    Ovvio che i panettoni sono buoni, ma è altrettanto ovvio che kaffeina fa skifo sempre e comunque.

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