Probabilmente, tra qualche giorno, di Aldo Partenzi nessuno ne parlerà più e del dramma che colpisce centinaia, migliaia di lavoratori che perdono, anche nella provincia di Viterbo, il posto di lavoro e gli ammortizzatori sociali, torneranno ad essere sommersi da una vischiosa indifferenza che tende ad annullare quel briciolo di solidarietà anche familiare che ancora resiste.
Lo conoscevo Aldo e negli ultimi tempi l’ho visto e sentito spesso perché lui, come altri lavoratori della cartiera di Tuscania, si erano rivolti agli uffici della Cgil per avere assistenza. Aveva lavorato nella cartiera fino al giugno del 2010 e poi era entrato nell’universo mondo dei lavoratori disoccupati che, grazie agli ammortizzatori sociali, possono sperare in un piccolo aiuto economico nel tentativo di scavallare la montagna delle difficoltà economiche che crescono quando sei in cerca di un lavoro.
Mi aveva telefonato prima di Natale per avere informazioni sull’eventuale proroga della mobilità in deroga che aveva percepito fino al 30 aprile di quest’anno e purtroppo gli ho dovuto spiegare che non poteva più percepirlo quel piccolo aiuto economico. Gli ho dovuto spiegare che la Regione, per la scarsità di risorse economiche, quando aveva prorogato la mobilità in deroga per il 2013 aveva dovuto restringere i criteri di accesso e dunque tagliare il numero dei lavoratori che fino a quel momento ne avevano goduto i benefici.
Quanti ammortizzatori sociali in più si sarebbero potuti pagare con il Suv di Fiorito o con le centinaia di migliaia di euro spesi per cene elettorali a base di ostriche e vini di qualità. Quanti lavoratori sarebbero potuti arrivare alla fine del mese con i rimborsi elettorali dei gruppi consiliari regionali della Giunta Polverini? Quante famiglie in difficoltà si potrebbero sostenere con una seria battaglia contro l’evasione fiscale?
Ci siamo lasciati con Aldo, con l’impegno di risentirci, nella speranza di qualche prospettiva lavorativa. Anche se entrambi sapevamo che le possibilità di trovare lavoro nella nostra provincia sono praticamente nulle. Perché stiamo andando verso una desertificazione del tessuto produttivo locale, verso la chiusura sistematica di decine e decine di aziende con relativi licenziamenti. E mentre non si fa nulla per creare lavoro si tagliano gli ammortizzatori sociali in deroga.
Proprio oggi ho finito di elaborare le ultime domande di mobilità in deroga che i lavoratori hanno presentato negli uffici della Cgil di Viterbo. Tra il 2012 e il 2013 sono state 395 le pratiche di mobilità in deoga elaborate dal solo ufficio di Viterbo e dunque senza contare i lavoratori interessati del distretto di Civita Castellana. Ben 395 lavoratori a cui dovrò comunicare che questi sussidi ( fino al 31 ottobre 2013) sono gli ultimi che percepiranno perché novembre e dicembre il Governo non li ha finanziati. Così come dovrò comunicargli che sulla mobilità in deroga per il 2014 non vi è stato nessun finanziamento e che nessun accordo verrà firmato dalla Regione.
Ma di tutto questo ad Aldo non interesserà più nulla. Forse qualcuno deprecherà il suo gesto e lo riterrà irresponsabile verso le persone care che lascia. Io invece penso che le responsabilità familiari hanno un peso enorme, soprattutto per chi perde il posto di lavoro, e che la dignità personale non ha prezzo e quando ad una persona gli viene tolta, finisce per pagare un prezzo altissimo all’impossibilità di superare il momento di difficoltà.
Mi rimane il grande rammarico di svolgere un ruolo di rappresentanza che spesso non riesce a dare una risposta concreta a tutte le aspettative. Tra qualche tempo si affievoliranno il dolore ed il rammarico per non incontrarti più nel mio ufficio o di sentire la tua voce al telefono che mi chiedeva se c’erano novità, ma non il ricordo di questa tragedia che spero servirà ad aumentare l’impegno per tutelare quelli che restano.