Il clima sarà pure londinese ma l’atmosfera è senza dubbio bagnaiola. A piazza XX settembre c’è ancora l’albero di Natale sul versante sinistro. Il calendario però scorre veloce, ed il giorno più importante dell’anno è dietro l’angolo. Quindi basta volgere lo sguardo verso il serpentone che porta a Villa Lante, stavolta a destra, per scorgere l’imponente pira. È un fine settimana di riposo e di saldi ok, ma poco importa. Camion, ruspe e soprattutto braccia sono a lavoro. Con una decina di giorni d’anticipo si sta già preparando il Sacro fuoco di Sant’Antonio Abate. Come da tradizione, del resto.
“E’ stata un’esperienza massacrante – dice il presidente del comitato, Maurizio Mei – Abbiamo raccolto legna ovunque ce lo abbiano concesso. Sacrificando giornate su giornate. E poi le corse ai permessi, all’organizzazione degli eventi, ai dettagli e ai soliti problemi che nascono quando si deve metter su il ‘focarone’. Una pazzia per molti, capisco, ma lo rifarei ad occhi chiusi. Solo però se al fianco mi lasciano il vice Roberto Testa. Instancabile, onnipresente, preziosissimo. È il primo che voglio ringraziare”.
Si parte domenica 12 gennaio con la “Rinascita delle contrade” (il borgo è tappezzato di bandiere). In mattinata gara ciclistica e podistica, la seconda riservata agli autoctoni. Poi tocca ancora alle due ruote, quelle dei bambini stavolta. Per pranzo i ristoranti han messo su un menù ad hoc. E come ammazzacaffè ecco i giochi popolari, seguiti da premiazione e degustazione di pizzette fritte. Si passa così a giovedì 16, col mercatino dell’artigianato, collezionismo e prodotti tipici (che si fermerà anche il 17), la sfilata delle sbandieratrici e del corteo storico. L’accensione del fuoco è prevista per le 18.30, accompagnata dal cenone. Chiusura in grande stile col concerto degli Statuto (aprono i King House). La band torinese sarà la vera ciliegina sulla torta. Trent’anni di attività per una realtà unica nel panorama nazionale. Venerdì due messe accompagneranno la benedizione degli animali. Dolcissimo sipario infine con cioccolata calda e ‘cavallucci’, una pietra miliare della gastronomia bagnaiola.
C’è posto in cima alle fascine per il votivendolo, voltagabbana abituale e portasfiga Filippo Rossi da Trieste e il suo fido e ottuso cameriere Barelli?