14102024Headline:

Sul tavolo della mensa non manca l’aceto

marini  michelini2Ma allora è proprio la maledizione etrusca. Che si accanisce sulle mense comunali, e dopo aver mandato, ieri, al fresco Mauro Rotelli (all’epoca assessore ai Servizi sociali, ancora sotto processo per quella storia anche se la prescrizione incombe) e aver sospeso, oggi, l’appalto del servizio, adesso fa persino dimenticare il bon ton a gentiluomini al di sopra di ogni sospetto. Ma andiamo con ordine, non prima di aver maledetto la maledizione e a ‘sto punto anche gli etruschi.
I fatti dicono che il Tar ha sospeso l’affidamento del servizio mense alla veneta Serenissima – che se l’era aggiudicata – dopo che la Ep, ditta terza classificata, e quindi in piena corsa per un posto in Champions, aveva inoltrato ricorso. Capirai. Ciò è bastato all’ex sindaco Giulio Marini a cogliere la palla al balzo e a bacchettare dalle colonne de Il Messaggero il modo di operare del Comune. “Ha modificato il bando in corsa – ha tuonato Marini – Non posso non rilevare un certo metodo da parte della giunta Michelini, non proprio nel segno della trasparenza amministrativa, e voglio essere buono”. Meno male, figuriamoci se avesse fatto il cattivo. Conclude Marini, mischiando pere e mele: “Se non fosse intervenuto il Tar ci saremmo rivolti alla magistratura, come abbiamo fatto per il festival delle luci”. Già, la magistratura che in teoria può far luce su parecchi misfatti, e quelli di Forza Italia lo hanno ben presente per ragioni diverse.
Ma non può essere solo questo insinuare ad aver incrinato il proverbiale aplomb a tinte pastello del sindaco Michelini. Lui, che finora ha mantenuto un contenimento da cadetto d’accademia; lui che ha placato ogni accenno di polemica con la sola imposizione delle mani; lui che ha fatto del dialogo e della ecumenicità un marchio di fabbrica; lui che tutte queste cose, stavolta ha sbroccato. Così: “La misura è colma. Questo nuovo stile del Marini inquisitore di palazzo dei Priori non è propriamente il tipo di opposizione con cui auspicavo confrontarmi durante il mio mandato. In particolar modo quando emerge in maniera cristallina la volontà di mescolare e confondere più situazioni diverse, prive di collegamento. Questa amministrazione e gli uffici comunali agiscono nella più totale trasparenza. Voglio ricordare al consigliere Marini, mio predecessore a Palazzo dei Priori, che la gara per l’affidamento della gestione mense scolastiche è quella bandita dalla sua amministrazione. Ci siamo limitati alla sola riapertura dei termini, in quanto non era stata presentata alcuna offerta, e a portare da 60 a 90 i giorni necessari per la realizzazione del centro cottura. Tutti gli altri requisiti essenziali previsti dal bando in questione sono quelli stabiliti dall’amministrazione Marini. La decisione del Tar va inquadrata tra le azioni spesso ricorrenti tra ditte partecipanti a uno stesso appalto”.
Ora, chi pensa che il livello del dibattito già a questo punto sia scaduto nella rissa da pollaio, be’, dovrà ricredersi a breve. Perché quando Marini allude ad un possibile accordo, parallelo all’appalto mense, per la riapertura del Gran caffé Schenardi, e accenna ad una plausibile “turbativa d’asta”, Michelini – il Michelini nuova versione – non ci vede più. E sbotta: “Se partendo dalla presentazione di un ricorso si arriva a sostenere teoremi del tutto infondati e comunque al limite di un’azione ingiuriosa e diffamatoria, ciò è veramente preoccupante e dimostra l’assenza di contenuti e di proposte politiche costruttive da parte di qualcuno dell’opposizione. Per l’appunto mettere la riapertura di Schenardi in relazione all’appalto delle mense è totale dissimulazione della realtà”.
Insomma, per la prima volta dopo sei mesi di luna di miele, il vecchio e il nuovo sindaco si punzecchiano frontalmente. Non siamo ancora al livello de I Duellanti, filmone di Ridley Scott, ma è comunque una novità. Perché finora Marini aveva mantenuto il basso profilo, preferendo mandare all’arrembaggio il fedele capogruppo Ubertini e limitandosi a fare qualche innocua interrogazione. In più, magari doveva ancora smaltire i postumi della memorabile smusata del giugno scorso, quando le urne – e i viterbesi – gli negarono la riconferma a palazzo dei Priori. E Michelini? E’ uscito allo scoperto con toni che non gli appartengono e non gli sono mai appartenuti. Che sia soltanto il primo accenno di stress, oppure avrà capito che il buonismo, specie quello nei confronti dell’opposizione, in politica non paga? Ai lucumoni etruschi l’arduo responso.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    L’ex sindaco ed ex autista di Perugi ha rotto le p. e finanche gli indugi. Il neosindaco Michelini è altresì alle prese con dirigenti dai cervelli troppo fini.

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