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Tuscia condannata alla mondezza romana

Francesco Serra

Francesco Serra

Appurato che i rifiuti romani sono finiti a Viterbo almeno per un paio di mesi, in una maniera un po’ ambigua (eufemismo), bisogna fare un passo avanti. Perché dal 2 gennaio, con la pubblicazione della determina sul bollettino ufficiale della Regione, il conferimento della mondezza altrui nella discarica di Monterazzano è diventato possibile anche dal punto di vista legale. E perciò c’è il rischio che nei prossimi mesi ci si trovi a dover affrontare una situazione più grave di quella appena accertata. Magari con volumi maggiori rispetto alle 3176 tonnellate giunte in questa prima tornata.
Cosa dice la determina? Lo ho spiegato Gianmaria Santucci (FondAzione), uno che sui rifiuti ha una certa competenza anche per aver frequentato da amministratore le stanze della Provincia: “Da gennaio gli scarti di lavorazione finiti a Casale Bussi possono essere smaltiti a Monterazzano automaticamente, da qualsiasi parte essi provengano. Va detto che al momento soltanto i comuni di Formello e Campagnano conferiscono da noi, per ragioni di convenienza economica. Ma ciò non esclude che un domani, se tutta Roma decidesse di trattare i suoi rifiuti a Casale Bussi, questi andrebbero a Monterazzano, con conseguenze facilmente immaginabili per i limiti di capienza della discarica. Quindi: o palazzo dei Priori prova a bloccare la cosa tramite canali legali e/o istituzionali, oppure sarebbe meglio cominciare a pensare ad un ampliamento di Monterazzano, e vi dico per esperienza che ci vuole almeno un anno per fare un’operazione del genere”. La capienza oggi è fissata a 215mila tonnellate.
Il capogruppo del Pd Francesco Serra raccoglie le preoccupazioni di Santucci, e va oltre: “Dobbiamo cercare di capire dove andremo a finire, farci trovare pronti su un tema di importanza globale come questo. In linea di principio, dopo aver ingoiato il rospo dei rifiuti di Rieti, non possiamo tollerare un domani di ricevere anche quelli di Roma. E’ questo il vero problema, la sfida che ci attende. La discarica di Monterazzano è nata a metà degli anni Novanta, è stata unita, ampliata, riempita, quanto vogliamo andare avanti? Al limite di 215 mila tonnellate non ci dobbiamo arrivare. Perché? Perché tutta la città si sta impegnando tantissimo nella raccolta differenziata, e questo ci consente di rimanere ampiamente nei limiti, e poi lo spazio che risparmiamo noi lo vanno ad occupare i rifiuti degli altri?”.
Sulle possibili soluzioni, Serra rompe un taboo mica da poco: “Sento parlare di termovalorizzatore, sul quale personalmente non ho un’idea preconcetta. Però vedo come funziona nel mondo, in Europa: con una buona percentuale di differenziata, nei Paesi civili, una piccola parte di mondezza può anche finire in questi impianti per produrre energia, non ci vedo niente di spaventoso. Ecco perché occorre ragionarci con attenzione”.
A questo proposito, già qualche giorno fa il Movimento Cinque stelle ha presentato un ordine del giorno: “Avevamo temuto qualcosa di simile – confessa Gianlcua De Dominicis su Facebook – Tutta Europa sta chiudendo gli inceneritori per mancanza di materia prima e perché si orienta verso il riciclo e riduzione dei rifiuti e noi, sempre in leggera controtendenza, pensiamo di costruirne di nuovi…”. Per la cronaca: i grillini una battaglia del genere l’hanno già persa a Parma, dove il primo sindaco a Cinque Stelle della storia, Pizzarotti, non è riuscito a fermare l’apertura di un impianto del genere.
Vedremo come andrà a finire a Viterbo, anche all’interno della stessa maggioranza semmai si dovesse arrivare a decidere sul tema. Di certo, in molti della minoranza non sono tendenzialmente contrari all’idea.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Grazie a questa classe politica locale nazionale, ci meritiamo tutta la monnezza d’Italia, anzi del mondo intero.

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