Tu chiamalo, se vuoi, patto d’acciaio. E’ quello stretto, in un ristorante viterbese, tra i plenipotenziari di Unindustria, Cna e Coldiretti che si sono ufficialmente apparentati in vista delle prossime elezioni per il consiglio della Camera di commercio (in programma a maggio) con relativa nomina del presidente, che dovrà sostituire l’ormai pensionando Ferindo Palombella.
Sì, un vero e proprio patto d’acciaio, perché stilato controcorrente e contro certe indicazioni (i bene informati sussurrano anche abbastanza pesanti) che nelle ultime ore sono giunte dalla Capitale. Dove – come è noto a tutti – dall’estate scorsa s’è costituita l’alleanza “Roma 97.6”, che raccoglie appunto il 97,6 per cento delle piccole e medie imprese romane, di cui fanno parte ben dieci associazioni (tra cui Federlazio, Cna, Coldiretti, Confcommercio, Confesercenti e altre) e da cui è rimasta esclusa proprio Unindustria.
Tutto ciò avrebbe provocato un mezzo terremoto sotterraneo, soprattutto in casa Cna, dove il direttore dell’associazione romana Lorenzo Tagliavanti avrebbe spinto non poco – ma senza successo – per far allineare l’associazione viterbese alle posizioni romane. Stessa musica per la Coldiretti, dove un ruolo di primo piano per l’accordo a tre lo avrebbe svolto (ma qui il condizionale è d’obbligo) il sindaco viterbese Leonardo Michelini. Nonostante dai piani alti di casa Pd fossero arrivate indicazioni diverse (e su questo punto potrebbe aprirsi un altro capitolo, da approfondirsi in separata sede).
Fatto sta che al momento Domenico Merlani può contare su nove voti sicuri, che però non sono sufficienti per la sua elezione.
E gli altri? Sembra si stiano organizzando, con Federlazio a fare da capofila dello schieramento opposto. Giacché non può sfuggire come l’eventuale nomina di Merlani rimanga piuttosto indigesta a coloro che pensano come Unindustria (soprattutto dopo la nomina dell’ex direttore appena pensionato Tonino Delli Iaconi ad assessore di palazzo dei Priori) voglia papparsi tutto. Ergo, in queste ore sono in corso febbrili trattative per creare un cartello che raggruppi tutte le associazioni rimaste fuori dal patto d’acciaio e che abbia quindi i numeri per poter risultare vincente. Attualmente i lavori sono in corso, ma i soliti bene informati riferiscono che in questa partita un ruolo determinante potrebbe giocarlo il settore del commercio, anche grazie al cospicuo numero di consiglieri cui ha diritto. E che quindi il nome del competitor di Merlani potrebbe uscire proprio da lì.
Comunque sia, all’ufficializzazione degli apparentamenti mancano soltanto pochi giorni (il termine è il 10 febbraio). E per lunedì prossimo le carte di tutte le associazioni dovranno essere messe sul tavolo.
Gli equilibri politici viterbesi, almeno all’apparenza, sono cambiati, quindi il prossimo presidente della Camera di Commercio non potrà che essere espressione di un nuovo consociativo, o trasversalismo, tra il centro, la sinistra e una parte della destra (che è un po’ lo sresso blocco sociale che ha portato Michelini alla vittoria).