Una volta tanto l’hanno spuntata le imprese. Carrozzieri 1, carrozzone 0. Il governo ha fatto (suo malgrado) marcia indietro sulla riforma Rc auto che, a detta degli stessi imprenditori (nonché di una nutrita forza istituzionale alle loro spalle) virava a vantaggio delle sole assicurazioni. Una modifica all’articolo 8 (ad opera delle Commissioni Finanze e Attività Produttive della Camera, inserita nel provvedimento “Destinazione Italia”), fortemente in contrasto con quanto auspicato dalla categoria.
Il tutto viene stralciato dopo un’estenuante battaglia. E il risultato della manovra, ad acque calme, consente in parole povere ai carrozzieri indipendenti di scegliere liberamente la loro attività, in autonomia. Lontani dai diktat delle compagnie.
Umore delle truppe, quelle locali. Tra i più felici c’è senza dubbio Gianfranco Bugiotti, presidente di Cna Servizi alla comunità, che ha seguito con attenzione, in stretto collegamento con i vertici nazionali, l’evoluzione della vicenda. A commentare e’ però Daniele Vaccarino, presidente nazionale della Cna: “L’impegno e il lavoro assiduo delle associazioni di rappresentanza hanno prodotto il risultato che ci attendevamo – dice – E’ stata vincente la scelta del dialogo e della forte mobilitazione, realizzata attraverso le numerose iniziative territoriali”.
Soddisfatta anche Confartigianato. Che riteneva la manovra un dispositivo capace di mettere in serio pericolo la libertà dei cittadini e la sopravvivenza delle imprese del settore. “Ci siamo schierati al fianco dei carrozzieri e dei cittadini in questa battaglia – spiega Andrea De Simone, direttore di Viterbo – perché il decreto metteva con le spalle al muro gli operatori di un mercato complesso e articolato. Ci rallegriamo, dunque, di aver raggiunto un obiettivo importante”.
Ma, in sostanza, quale sarebbe stato il dramma collettivo? Semplice. Si imponeva all’automobilista di far riparare il veicolo incidentato esclusivamente dalle officine convenzionate, con le assicurazioni e da queste direttamente pagate (bella furbata). “Negli ultimi mesi – continua De Simone – più volte abbiamo denunciato la misura che comportava, tra l’altro, un reale rischio per la qualità della riparazione, oltre che un’innegabile privazione della libertà di scelta”. Il diritto di scegliere se, a seguito di un incidente, essere risarciti in denaro e di farsi riparare l’auto nella propria officina di fiducia è al sicuro grazie allo stralcio dell’articolo. E a dirla tutta Non era il primo tentativo di far passare il risarcimento “in forma diretta”, ma in questo caso non poteva non saltare all’occhio il paradosso per il quale un meccanismo che di fatto nega la concorrenza di settore, tagliando fuori dal mercato un gran numero di piccole realtà imprenditoriali, fosse nascosto tra le righe di una serie di misure per abbassare i costi a carico delle Pmi.
Dopo le banche, le assicurazioni. Sempre dalla parte dei cittadini, questo bel governo-ammucchiata.