29032024Headline:

Non esiste uno spazio per la carrozza?

carrozza«Credo che il simbolo di Viterbo sia la Macchina di Santa Roma e non la Carrozza dei Priori». Puntualizza il sindaco, Leonardo Michelini. Ci mancherebbe altro! L’affermazione del primo cittadino non è in discussione. Piuttosto lascia perplessi la filosofia che sembra supportare l’attività culturale e turistica del Comune. Almeno a giudicare dall’esempio di quella Carrozza che vanta tre secoli di storia nelle sue ruote e che staziona nella penombra di una stanza di palazzo dei Priori: dovrebbe essere ”ceduta” al museo di Piacenza. Attenzione – si affrettano a precisare i Priori di oggi – il veicolo non sarà venduto, semplicemente sarà dato in «comodato». E anche in questo caso: ci mancherebbe altro! Quel veicolo, donato nel ’700 dai Conservatori di Roma alla magistratura di Viterbo, sembra destinato a traslocare per far posto alla ”Pietà”, autentico capolavoro di Sebastiano Del Piombo. Come dire: poiché non c’è posto per un pezzo di patrimonio viterbese, allora lo diamo in prestito all’esposizione piacentina. Così guadagniamo in spazio e in marketing. Soluzione quanto meno singolare di valorizzare un ”pezzo” di storia della città. Come se per pubblicizzare la ”Topolino” la Fiat decidesse di trasferire il primo esemplare da Torino a Detroit. Con la benedizione di Sergio Marchionne che così potrà lanciare al meglio il nuovo marchio Fca. O la Volkswagen decidesse il trasloco del mitico ”Maggiolino” da Wolfsburg a Toyota per testimoniare agli occhi dei figli del Sol Levante l’ingegno della meccanica tedesca. Ipotesi che farebbe sorridere la teutonica Angela Merkel.
In Italia, a Viterbo, si può. Magari si deve fare. Semplicemente per questioni di spazio e per un aleatorio progetto di promozione turistica. Non riusciamo a dare gambe al progetto di città termale, non sappiamo dare respiro al patrimonio artistico e immaginiamo di delocalizzare un reperto della nostra storia perché a palazzo dei Priori quella Carrozza più che un valore aggiunto è un ingombro. Fantastico. Aggiunge, il sindaco Michelini: «Credo che chi visita il Comune, preferisca vedere la Pietà piuttosto che la Carrozza». Nessun dubbio. Però la prima opportunità non dovrebbe essere sacrificata alla seconda. E viceversa. Altrimenti bisognerebbe arrivare alla sconsolante conclusione che in città non esiste uno spicchio adeguato e dignitoso per sistemare quel veicolo di trecento anni fa che rappresenta pur sempre una attestazione di un passato importante. E che, dunque, non andrebbe messo in garage.
La cultura dovrebbe essere un fiore costituito da tanti petali. Viterbo è una stupenda corolla che, purtroppo, non è mai riuscita a mostrare tutta la sua completa bellezza. E qui, Leonardo Michelini e la sua squadra hanno responsabilità relative, se non altro per la gioventù amministrativa dei componenti. Però ai segnali va dato sempre un significato. Viterbo rischia di perdere Caffeina, un appuntamento che ormai ha assunto dimensioni e rilevanze che travalicano i confini della Tuscia; il trasporto di Santa Rosa è diventato patrimonio dell’Unesco che attende e merita di essere valorizzato; la città termale sta sorgendo nelle aspirazioni più che su solide fondamenta; lasciamo ai sogni il progetto dell’aeroporto di cui non si sente davvero il bisogno. E la Carrozza che c’entra? E’ un petalo di quella corolla che dovrebbe «miracol mostrare» e che rischia invece di finire in un museo di Piacenza. In attesa di tempi migliori, esportiamo cultura e importiamo immondizia.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Più che alla carrozza, i cari assessori pensano alla loro bella stozza.

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