29042024Headline:

Consiglio sospeso, opposizione imbufalita

Il sindaco e la giunta

Il sindaco e la giunta

Quando l’urgenza viene a mancare, un consiglio comunale convocato con procedura d’urgenza (con solo un giorno di preavviso invece dei canonici tre) non ha più motivo di continuare. O forse sì, basta volerlo. Solo che maggioranza e opposizione non lo vogliono mica, e quasi all’unanimità (contrario, e incavolatissimo, soltanto Gianluca De Dominicis del Movimento a cinque stelle) i capigruppo decidono il rompete le righe. Sono appena le 18.30, giusto in tempo per un ricco aperitivo.
L’epilogo è questo, di un consiglio comunale indetto appena il giorno prima per discutere la revoca del bando per l’ampliamento del cimitero di Grotte Santo Stefano. Ma quando l’assessore Saraconi comunica che la sera prima la cosa era stata risolta con una delibera di giunta, la ragione per continuare il consiglio non sussiste più, e gli altri sedici punti all’ordine del giorno possono aspettare.
E il resto? Il resto mancia. Nel senso che ritirato l’ordine del giorno urgente, Gianmaria Santucci (FondAzione) fa notare che il consiglio era stato convocato, con la procedura flash, solo per parlare di questo: “Se di questo non si può parlare perché avete risolto la cosa in giunta, che ci avete convocato a fare?”. Il presidente del consiglio Rossi annuisce: “Per la presidenza i motuvi di urgenza sono venuti a mancare”. E visto che l’ordine del giorno “non urgente” (si fa per dire) prevede anche l’approvazione del registro delle coppie di fatto – questione che sta lì, sospesa tra le polemiche, da agosto scorso – meglio rinviarla ancora. Tanto che fretta c’è.
Si riuniscono i capigruppo, in sala si aspetta, ci si interroga. Anche tra la maggioranza serpeggia incredulità: “Qualcuno non sa fare le cose, ormai è chiaro”. Ma d’altra parte, se l’altra sera, dopo la delibera di giunta, fosse stato annullato il consiglio, sai che casino: sarebbe stato il secondo consiglio “sconvocato” in appena una settimana, visto che il 6 marzo l’assemblea saltò per “impeni religiosi” di sindaco e assessori (c’era il transito di Santa Rosa). L’opposizione avrebbe fatto il diavolo a quattro come fece allora.
Quando i capigruppo rientrano e annunciano la fine del consiglio, De Dominicis sbotta: “Io sono contrario. E sono deluso dal comportamento di questo consiglio, dalla totale mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini. Abbiamo il dovere, dopo nove mesi, di parlare delle coppie di fatto. Anche il segretario generale concorda sul fatto che si poteva proseguire con l’assemblea, invece si è voluta concluderla per una chiara volontà politica di maggioranza e opposizione, questo voglio che sia chiaro. Resterò qui fino alle nove di sera, da solo, per rispetto dei cittadini”. Qualcuno applaude, la Mongiardo (Pd e presidente della prima commissione) offre una via d’uscita dignitosa: “Mi auguro che nel prossimo consiglio venga discusso come primo punto proprio il registro, e chiedo che oggi tutti noi rinuncino al gettone di presenza”. Tutti d’accordo.
Taborri, uno d’esperienza in maggioranza, fa notare: “Stiamo facendo un uso sbagliato dei consigli. Sono troppi, e improduttivi. E costano alla collettività oltre 2mila euro a volta”.
Conclude Serra, in un apprezzabile esercizio di stile: “Come capogruppo di maggioranza mi asssumo la responsabilità di questa decisione. Ma dico anche che un argomento come le coppie di fatto meritano più di mezzo consiglio, è una cosa troppo importante. Vale la pena aspettare dieci giorni per affrontarla con calma e giudizio”. E infatti, appuntamento a martedì 25, anche se il 18 ci sarà il consiglio straordinario sul centro storico.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Per un pugno di gettoni fanno la figura dei cialtroni.

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