27072024Headline:

Coppie di fatto, rischio “Annunziata”

Il sindaco di Soriano Fabio Menicacci

Il sindaco di Soriano Fabio Menicacci

A Soriano nel Cimino – mica San Francisco – ce l’hanno fatta. Lisci, morbidi, tranquilli: l’istituzione del registro delle unioni civili è stato approvato l’altro ieri, e all’unanimità: rossi, bianchi e neri. “Un primo importante passo verso una giustizia sociale e morale, che riconosca tra i valori anche gli affetti”, dice il sindaco Fabio Menicacci. A Canepina idem con patate, appena qualche mese fa. Ora, non che sui Cimini ci siano particolari influssi progressisti, che lassù tra le nocchie siano più evoluti della gente – cioè, dei politici, del capoluogo di provincia. No: hanno fatto le cose rapide e per bene e semmai ci sia stata qualche polemica, be’, fa parte del meraviglioso gioco della politica.

A Viterbo, invece, la questione è in sospeso dall’agosto scorso. Proposta dal Movimento Cinque Stelle, copiata da altri in maggioranza, poi unificata, rimasticata, mutata di nome (da “unioni civili” a “coppie di fatto”), passata attraverso infinite sedute della prima commissione consigliare. Cavalcata o osteggiata – a secondo della scuderia di riferimento – dalle associazioni, che pure il sindaco e la presidente della commissione Mongiardo hanno voluto ascoltare in un’assemblea aperta, estenuante, multicolore e tutt’altro che risolutoria. Infine, l’approvazione del regolamento, non senza ulteriori modifiche e ritocchi.

Ora, l’ordine del giorno è approdato finalmente in consiglio comunale, anche se lì giace inerme ormai da un paio di settimane. Si doveva discutere il 6 marzo, quando però la convocazione saltò a causa del transito di Santa Rosa. Si doveva discutere il 12, quando mancò il numero legale e il consigliò saltò tout court. Si doveva discutere il giorno successivo, il 13, nel consiglio urgente sul pasticciaccio del cimitero di Grotte, ma proprio perché il consiglio era urgente per quell’argomento, la scaletta successiva andò a farsi benedire (quando si dice: cogliere la palla al balzo). Il consigliere grillino De Dominicis non la prese bene: “Sono sette mesi che parliamo di questa cosa e non si riesce a discuterne in consiglio e a votarla. E’ una mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini”. La Mongiardo gli diede appoggiò morale, e strappò ai colleghi la promessa che l’argomento sarebbe stato il primo della lista alla prossima convocazione. Ergo: martedì prossimo, 25 marzo, dovrebbe essere la volta buona. Dovrebbe.

Perché il consiglio è sì convocato, ma il calendario vuole che il 25 sia anche la festa dell’Annunziata, con relativa e anacronistica fiera ad invadere le piazze, le vie e i parcheggi del centro storico, tutt’intorno palazzo dei Priori. Qualcuno vorrebbe cogliere la palla al balzo anche in questo caso come per il transito di Santa Rosa, e rinviare per l’ennesima volta la discussione. Tra l’altro sembra che questo qualcuno vada ricercato proprio tra la maggioranza, nient’affatto sicura di avere i numeri per fare passare l’istituzione del registro, specie se qualche consigliere dovesse dare forfait all’ultimo momento. Magari con la scusa che doveva andare alla fiera per comprare i lupini per lo zio, o il palloncino per il pupo, o la pentola al vapore per la nonna. Dalla minoranza, invece, massima compattezza affinché questa volta il consiglio si faccia, e che si possa votare a favore o contro le coppie di fatto. Ieri se n’è parlato solo informalmente, visto che la riunione dei capigruppo non si è tenuta, e di sicuro nessuno si prenderà la responsabilità di far saltare per la quarta volta in due settimane la discussione. Il 25, dunque, il consiglio ci sarà. Che poi ci sarà anche il numero legale, be’, questo è un altro discorso. Di fatto.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Le menti eccelse che poggiano le loro autorevoli terga sugli scranni di Palazzo dei Priori stanno trasformando una questione seria nella solita buffonata politicantesca. Ricordiamoci bene i loro nomi e i loro volti (non più belli delle loro terga) la prossima volta che ci verranno a chiedere il voto.

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