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E Matteo finì nel mirino di Marcello

Matteo Renzi

Matteo Renzi

Le cose sono due. O questo c’ha talmente tanto da fare che alcuni punti in agenda è logico che gli saltino. Oppure qualche linguaccia gli ha telefonato e descritto nei minimi particolari come siamo messi. E quindi preferisce ignorarci, guardare oltre. Fatto sta comunque che il buon Matteo Renzi è già riuscito a stuzzicare i nervi del panorama politico locale. E non quelli dei suoi, il pianeta Pd viterbese merita un capitolo a parte (una trama alla Alfred Hitchcock). Bensì quelli degli avversari, se così si vuol definirli. Sponda Provincia. “Se ci sei batti un colpo”, questo lo slogan coniato dal presidente-non-presidente-ri-presidente Marcello Meroi. Che sicuramente non vincerà il Pulitzer 2014 per l’originalità dell’elaborato, ma intende chiaramente voler recapitare mezzo stampa un messaggio forte, diretto proprio al giovin fiorentino.

Detto del titolo si procede col tema. Svolgimento. “Quando si è presentato alle Camere per ottenere la fiducia del Parlamento – ricorda un Meroi in modalità puntigliosa – dichiarò testualmente che avrebbe scritto ai sopravvissuti presidenti delle Province ed ai sindaci per affrontare quella che riteneva una priorità della nazione, ossia la sicurezza degli edifici scolastici. Aggiunse che il suo Governo era deciso ad investire come mai fatto prima su quel comparto edile, e che avrebbe chiesto alle due cariche di cui sopra di individuare un complesso su cui dirottare risorse urgenti”.

Promesse da marinaio? Magari dell’Arno? “Devo ammettere che questo passaggio mi colpì positivamente e quindi ho atteso che da Palazzo Chigi giungesse l’annunciata missiva – prosegue Marcello nostro – Apprendo ora che i primi cittadini italiani sono stati avvisati e che, nel caso di Civita Castellana, l’amico Gianluca Angelelli ha provveduto pure ad indicare l’edificio malconcio”. Quindi il presidente del Consiglio ha mantenuto la parola. Probabilmente per la prima volta nella storia della Repubblica. Ma ecco la burla. “Ad oggi il sottoscritto non ha avuto ancora il piacere di ricevere comunicazioni – incalza lo stesso Meroi – Eppure quel giorno davanti al Parlamento, Renzi specificò che avrebbe coinvolto anche i pochi presidenti di Provincia ancora in carica, giacché allo stesso ente è delegata la manutenzione degli istituti scolastici superiori”.

Un vizio di forma? Magari era Letta l’incaricato a incollare i francobolli e ha tirato lo scherzone al suo successore forzato? “Il premier è da sempre un convinto fautore dell’abolizione delle Province – spiega l’inganno Meroi – pur avendo ricoperto il ruolo di presidente su Firenze. Non sarà che a forza di chiedere con insistenza lo smantellamento ha finito con l’autoconvincersi che queste siano già definitivamente abolite?”. O magari, dati i continui stravolgimenti all’ombra della Palanzana, sarà in difficoltà sul destinatario da scrivere sulla letterina?

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Non è l’ultimo, Renzi, a caxarsi sotto di fronte alle imperiose missive del Sor Meroi.

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