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La Asl previene il tumore al colon

asl macchitella faggiani

Un esame gratuito, semplice da effettuare, per nulla invasivo, determinante per giungere a una diagnosi precoce della malattia. Da lunedì 31 marzo parte ufficialmente anche nella Tuscia il Programma di prevenzione dei tumori del colon retto che si va ad affiancare a quelli del tumore del collo dell’utero e del tumore della mammella, già da molti anni attivi e consolidati nella Ausl di Viterbo.

La realizzazione del programma ha richiesto un importante sforzo organizzativo da parte dell’azienda sanitaria che permetterà di raggiungere capillarmente, sul territorio, gli uomini e le donne di età compresa tra i 50 e i 74 anni a cui lo screening è indirizzato. E i numeri lo testimoniano: 99mila sono le persone che verranno contattate in due anni; 5mila sono gli inviti recapitati ogni mese nelle case dei cittadini, 80 sono i centri di distribuzione delle provette presenti nel Viterbese, mentre 90 sono gli operatori volontari, già adeguatamente formati, che collaboreranno con la Ausl. Tra questi un medico di medicina generale e un sindaco: il primo cittadino di Piansano.

Il programma di prevenzione dei tumori del colon retto è stato presentato questa mattina alla Cittadella della salute di Viterbo dal commissario straordinario della Ausl Luigi Macchitella, dal direttore sanitario Patrizia Chierchini, dal direttore amministrativo Daniela Donetti, dal coordinatore dei Programmi di screening Silvia Brezzi e dal referente del Programma Roberto Faggiani.

Ma cosa viene richiesto agli uomini e alle donne tra i 50 e i 74 anni residenti in provincia? Semplicemente la raccolta di un campione delle feci da far analizzare. Le informazioni per aderire al programma saranno contenute nella lettera d’invito. Al suo interno, oltre a una nota che spiega i vantaggi di aderire allo screening, gli utenti troveranno tutte le modalità organizzative e l’elenco degli 80 centri di distribuzione delle provette da riconsegnare dopo aver raccolto il campione a casa. Le provette saranno poi ritirate dal servizio trasporti aziendali e consegnate al centro di lettura dove verrà eseguita la ricerca del sangue occulto, esame che consente di identificare i soggetti a rischio di tumore. Se l’esito è negativo verrà spedita a casa la risposta. Nei casi di positività (circa il 6%) gli utenti verranno contattati telefonicamente e invitati a eseguire la colonscopia in uno dei tre centri del programma. Belcolle, Civita Castellana o Tarquinia.
“Il tumore del colon retto – ha spiegato Roberto Faggiani – è la seconda causa di morte per tumore negli uomini e la seconda per le donne. Eseguendo il test di screening ogni due anni lo si può scoprire addirittura prima che diventi tumore o in fase iniziale e intervenire per eliminarlo e guarire”.

“Per favorire al massimo l’adesione – ha aggiunto Silvia Brezzi -, nella fase organizzativa del programma abbiamo chiesto la collaborazione degli operatori sanitari, del volontariato, delle farmacie e delle Amministrazioni comunali per realizzare tanti centri di distribuzione e riconsegna delle provette, in modo da renderli il più vicino possibile alle case degli utenti. Siamo rimasti molto colpiti dalla risposta ottenuta. A oggi, oltre alle strutture ambulatoriali, ai Cup e ai Centri prelievi della Ausl, abbiamo individuato come centri di distribuzione e di riconsegna 16 sezioni dell’Avis, una della Croce rossa italiana, un centro polivalente comunale, 42 Farmacie, lo studio di un medico di medicina generale e quello del sindaco di Piansano”.

Tutto è pronto, dunque, affinché il programma di prevenzione dei tumori del colon retto entri nella sua fase operativa. Da lunedì 31 marzo saranno spediti i primi inviti ai residenti di tutti i comuni dei distretti 1 e 2 e nei cinque comuni capofila dei distretti della Ausl. Da settembre, progressivamente, partiranno gli inviti nel resto del territorio provinciale.

“La campagna di comunicazione che affiancherà il programma – ha concluso il commissario straordinario Luigi Macchitella – si basa su un’esortazione semplice, ma efficace: ‘Scegli un domani sereno’. Effettivamente, aderire al programma di screening del tumore del colon-retto è una grande opportunità. È garanzia di un intero percorso gratuito, multiprofessionale e sottoposto a controlli di qualità ed è un reale beneficio di salute per gli utenti che si realizza grazie alla sinergia che si è formata tra gli operatori sanitari, il mondo del volontariato e la società civile. Tutto questo con un unico fine: trasmettere e rafforzare la cultura della prevenzione”.

 

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    L’unico tumore che la disastrata sanità pubblica non riesce proprio a prevenire o guarire è quello della politica che mette le mani (anche) nella salute, oltre che nelle tasche ormai vuote, dei cittadini.

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