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La svolta renziana? Non nella Tuscia

fioroni egidi (1)La colpa, se vogliamo, è delle primarie. O meglio, di quel regolamento cervellotico che ha spezzettato l’ultimo congresso del Pd, facendo votare solo gli iscritti per le segreterie provinciali e il mondo intero per quella nazionale.

Nella Tuscia ne è venuto fuori un risultato double faces, giacché per la segreteria provinciale ci si è affidati al vecchio costume delle truppe cammellate, mentre per quella nazionale ha prevalso il voto d’opinione, coi risultati che tutti sappiamo. E adesso se ne scontano le conseguenze. Con la segreteria provinciale che rivendica il suo ruolo in base alle regole dello statuto (e ci mancherebbe) e con i fans di Matteo Renzi che contrappongono la svolta data dalla base a un partito la cui struttura ormai non reggeva più.

Buon senso avrebbe voluto che si fosse trovato un accordo tra gentiluomini, tenendo soprattutto conto della rivoluzione copernicana avvenuta lo scorso 8 dicembre. Invece si è preferita la guerra di posizione, alimentata anche dalle rendite derivanti dall’occupare poltrone importanti nelle istituzioni (leggi: Regione), sicché si è arrivati alle torte in faccia. Di cui l’ultima puntata è rappresentata dall’intervista al segretario provinciale Andrea Egidi, pubblicata ieri mattina dal Messaggero, e dalla replica della coordinatrice provinciale della segreteria del partito Tiziana Lagrimino (entrambe pubblicate in calce). Una polemica, quest’ultima, che non ha risparmiato nemmeno Beppe Fioroni, ritenuto fino a ieri intoccabile nelle polemiche territoriali. E il fatto che, per la prima volta si sia arrivati al Sancta Santorum del partito viterbese, la dice lunga su quale sia attualmente il livello dello scontro in atto.

Pd uno, Pd due o Pd ics? E’ il titolo di Viterbopost di alcuni giorni or sono, per sottolineare come, tra le due fazioni in atto, chi rischia di rimanere stritolato dalla morsa è il sindaco viterbese Leonardo Michelini, su cui adesso si sono concentrate tutte le attenzioni del partito.

Intendiamoci, non è che le cose a palazzo dei Priori vadano poi per il verso giusto. La giunta mostra un po’ la corda, a prescindere da Viva Viterbo, dall’assessore Barelli e dal presunto conflitto d’interesse. Ma certo il clima attuale non contribuirà certo a risolvere i problemi. Semmai li aggraverà.

Come è altrettanto vero che c’è da registrare come la segreteria provinciale del Pd si sia improvvisamente risvegliata (e di che tinta) dopo mesi, anzi anni, di letargo. Come se a Viterbo i problemi fino a ieri non esistessero. Un esempio: per venerdì prossimo è stata convocata, dopo tutte le polemiche che ci sono state da dicembre a gennaio, l’assemblea provinciale sui rifiuti. Venerdì è il 7 marzo. Domanda: ma non è un po’ tardi? Il partito, visto che alla Regione oltretutto sta in maggioranza, non poteva svegliarsi un po’ prima?

Insomma, tanto per semplificare le cose, la rivoluzione renziana a Viterbo, nonostante la buona volontà di Francesco Serra e di pochi altri, ancora non è arrivata. Perché conta più di ogni altra cosa mantenere le posizioni (e la poltrona). A qualunque costo. Ovviamente a scapito dei cittadini.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Mentre nel PD si divertono a giocare a tutti contro tutti, settori delicati dell’amministrazione comunale rimangono ancora in mano ai mercenari e voltagabbana abituali di Philip Red from Trieste. Michelini suoni il campanello di fine ricreazione e cacci a calci in c. parassiti, affaristi e incapaci dalla sua giunta. O almeno ci provi.

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