14102024Headline:

Legge elettorale: si può migliorare

camera deputatiIn prima lettura alla Camera è stata appena votata la legge elettorale. Questo voto sancisce l’inizio reale di quel processo di riforma delle istituzioni di cui sentiamo parlare da molti anni: superamento del bicameralismo perfetto e modifica del Senato, rivisitazione del titolo V della Costituzione. Questo è l’unico pregio che riesco ad attribuire a questa legge ed è anche il motivo per cui il mio voto è stato favorevole.

Certo il voto contrario poteva essere un modo per prendere, almeno in prima battuta, le dovute distanze da una legge che presenta di nuovo liste bloccate, che non dirime il nodo della governabilità a causa delle differenti norme con cui è a questo punto prevista l’elezione della Camera e del Senato e non risolve nemmeno quello della rappresentatività a causa delle alte soglie di sbarramento e dell’assenza della parità di genere.

Ho partecipato alla discussione, non sufficiente a mio avviso, che c’è stata nel gruppo su questo tema e ho firmato e sostenuto in aula, anche in dissenso dal gruppo, emendamenti presentati da colleghi del Partito Democratico con cui si è tentato di inserire alcune norme migliorative: la parità di genere, le primarie obbligatorie, il voto degli studenti all’estero.

Non ci siamo riusciti e il dibattito continua al Senato, con l’impegno preciso del segretario/presidente del Consiglio a porre come priorità almeno quella della introduzione di una norma antidiscriminatoria che sia a tutela della rappresentatività di entrambi i generi.

Vedremo come e se si potrà tornare a parlare di collegi uninominali e/o di preferenze, per ovviare ad un listino che, per quanto più corto di quelli previsti nel Porcellum, rimane comunque bloccato, alla qual cosa il Partito Democratico ovvierà attraverso l’istituto delle primarie. Per tutti gli altri la decisione di chi sarà eletto non dipenderà dalla volontà popolare.

Mi sono ovviamente posta il problema legato alla possibilità di esprimere un voto contrario o di non partecipare al voto, come altri parlamentari hanno deciso di fare. Uscire dall’aula o votare sfavorevolmente avrebbe avuto senso se la mia elezione non fosse avvenuta in una compagine partitica. Ma faccio parte di un partito e di un gruppo parlamentare, quello del Pd. Quando non si è d’accordo con la politica che il partito di appartenenza porta avanti si cerca di incidere per ottenerne un cambiamento, innanzi tutto con atti politico – istituzionali che certo, una volta esperite senza successo tutte le possibilità, possono culminare anche in voti contrari isolati.

Mi auguro che la mobilitazione di queste ore sulla legge elettorale possa portare ad aggiustamenti e modifiche e credo che, per questo come per altri temi che andremo ad affrontare nell’immediato futuro, i circoli e i territori, gli iscritti e gli elettori, non debbano rinunciare alla discussione e a pretendere di incidere rispetto al processo decisionale.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    L’ufficio stampa dell’onorevola Terrosi invece non migliora: spara le solite banalità a raffica.

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