27072024Headline:

Un sit-in alla stazione fantasma

bassano romano stazione 1Per passare dagli etruschi ai romani basta attraversare i Cimini. Che detto così pare tanto una passeggiata di salute. Ed invece le strade che portano a Roma, non tutte, ma solo quelle che partono o spaccano Viterbo, rimangono lunghe, scomode e fastidiose come ai tempi delle bighe. Così ci si organizza e si prende il treno. Da Orte. O da Tarquinia. Perché da Porta Romana (il nome non tradisce) ci vuole una vita. Se invece si decide di tentare la trans-bagnaiola (che non è una benefattrice residente in frazione, ma una linea assai datata che passa per Civita Castellana) è opportuno portarsi almeno due cambi di mutande.
In tutto questo è tempo immemore che si parla di problematiche relative al trasporto su rotaie. Ritardi. Corse infinite. Rotture varie (di carrozze e di altro). Riammodernamento. Promesse elettorali. Sovraffollamento. E via discorrendo. Con lentezza chiaramente. O meglio, con immobilità.
E se Maometto non va alla montagna forse è bene organizzarsi diversamente. Ecco quindi l’idea (pure questa sta in ballo da un po’, senza esito) di convertire alcuni percorsi in linee verdi. Ossia, in viaggi comodi, lenti (per volere), e soprattutto turistici. Il solo attraversare certi borghi è per logica morfologica interessante nonché mistico. In quest’ottica tenta di inserirsi un Comune esodato. In quest’ottica, ma anche in quella di fornire un servizio ai suoi cittadini. Trattasi di Bassano Romano. Laddove per prendere il treno, nonostante ci sia la stazione, prima si deve salire in macchina. Perché la fermata non esiste più. Si va oltre, o prima. Al deposito ci sta un lucchetto, e gli orari dei paesi circostanti (che non sono New York e manco Singapore). L’occasione per dar voce al disservizio è quella di oggi e domani. Ovvero la settima giornata nazionale delle ferrovie dimenticate (e non la festa della donna). Lo Stivale può infatti vantare il record (l’ennesimo) di oltre seimila chilometri di rotaie sedotte e abbandonate. Un patrimonio storico spiaggiato, nonostante il valore effettivo immenso. A Bassano il caso è inverso. Il ciuf ciuf passa ma se uno alza la manina per fermarlo rimane come l’indiano che ascolta il vento. Nessuna signorina che dice di stare di qua dalla linea gialla. Zero biglietteria. E nient’altro di quegli elementi caratterizzanti.
Così i comitati Mobilità e Prato Cecco han deciso di alzare la voce. Partecipando alla manifestazione ed incontrando quanti vorranno intervenire nel piazzale fuori la stazione. L’orario di protesta e dialogo è largo e comodo. Il fine è stato ampiamente descritto. L’unico consiglio che rimane da dare è quello di presentarsi in macchina. O se si vuole andare in treno ci si può sempre lanciare a mezzo in corsa dal finestrino.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Viterbo celebra la serietà della politica abbandonata. Presenzia il voltagabbana abituale Philip Red from Trieste.

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