È senz’altro l’evento culturale di questa primavera a Viterbo e dintorni il ‘Requiem’ di Mozart che la Camerata polifonica viterbese ‘Zeno Scipioni’, l’Ensemble vocale ‘Il Contrappunto’ e l’Orchestra sinfonica ‘EtruriÆnsemble’ propongono per il mese di aprile a Tarquinia, Viterbo e Orvieto. Il concerto, al quale prenderanno parte anche il ‘Coeur Sammartini’ di Bruxelles e i solisti Federica Lombardi (soprano), Lucia Napoli (mezzosoprano), Antonio Poli (tenore) e Federico Benetti (basso), sarà diretto dal maestro Fabrizio Bastianini e si sta tenendo in alcune delle più apprezzate location della zona. Antonio Poli, in particolare, è un viterbese doc che, dopo aver cantato nei teatri più prestigiosi del mondo (dalla Scala di Milano al Teatro La Fenice di Venezia, dall’opera di Berlino al Covent Garden di Londra) e con direttori quali Riccardo Muti e Antonio Pappano, torna a Viterbo per questa importante produzione.
Il primo degli appuntamenti c’è stato ieri pomeriggio all’interno della chiesa di Santa Maria in Castello a Tarquinia, mentre oggi il concerto è in programma a Viterbo all’interno della Cattedrale di San Lorenzo (ore 21). Infine, concerto di chiusura a Orvieto (domani alle 21) al Teatro Mancinelli.
«La Messa di Requiem KV 626 fu l’ultima composizione di Mozart – spiega il maestro Fabrizio Bastianini – rimasta incompiuta a causa della morte dell’autore. È una partitura che sin dalla gestazione fu circondata da segretezza (il committente volle rimanere anonimo) e mistero, tanto che lo stesso Mozart si dichiarò convinto di scrivere il “Requiem” per se stesso, per la propria morte. Morte che di lì a poco sopraggiunse tragicamente il 5 dicembre 1791 e che lasciò l’opera incompleta. Una composizione che divenne da subito leggenda, come il suo autore, e che può ben definirsi il ‘Requiem’ per antonomasia.»
I concerti si apriranno con una composizione dello stesso Bastianini, “Sette parole – Le sette parole di Cristo sulla Croce”, la cui prima, nel Concerto di Pasqua dello scorso anno, ha suscitato lunghi e commossi applausi del pubblico e commenti entusiastici da parte dei musicisti, segno tangibile della vitalità e dell’interesse che ancora suscita la musica classica in esperti del settore e non.