Ribaltone ai vertici dell’ordine degli ingegneri. Dopo appena sette mesi dal rinnovamento del consiglio, ecco che, ad un inizio marzo, è cambiato ancora tutto, grazie all’approvazione di un nuovo regolamento (otto voti a favore, un astenuto e due contrari) che, in virtù di una norma transitoria, ha fatto cadere tutte le cariche interne e ha ridisegnato il board provinciale. Un organo che rappresenta oltre 700 professionisti della Tuscia.
Un ribaltone insomma, del tutto legittimo e legale – va precisato – ma che secondo qualcuno potrebbe stravolgere l’attività fin qui messa in atto dal precedente consiglio, quello eletto nel luglio 2013. Un’attività che era parsa incentrata sul rilancio della professione e delle sue prerogative, nel segno della modernità e della partecipazione. Già, perché l’ingegnere non è più solo quello concepito nei tempi andati, ma si è trasformato insieme al progresso dell’industria e in generale delle nuove tecnologie. Le mosse del vertice decaduto sembravano andare proprio in questa direzione, quella di presentare l’ordine come una grande entità inclusiva e un interlocutore compatto nei confronti delle associazioni imprenditoriali del territorio. Come a dire: “Noi ci siamo e potete contare sulle nostre professionalità invece di affidarvi ad altre figure meno idonee”. A margine, c’era stata anche la creazione del sito internet e altre iniziative di successo.
Questo fino a gennaio, quando erano sbocciati i primi malumori che hanno portato poi al cambiamento del mese scorso. Un cambiamento che ha coinvolto anche quelle figure più giovani che in un primo momento avevano appoggiato il rinnovamento, salvo poi scendere a più miti consigli. Staremo a vedere cosa faranno i nuovi vertici provinciali dell’ordine. In ogni caso, buon lavoro.