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Viterbo riscopre il Medioevo

Alfio Cortonesi

Alfio Cortonesi

Viterbo riscopre il Medioevo. L’opportunità è offerta dal ciclo di conferenze, dal titolo “Viterbo medievale.  Un itinerario attraverso la vita politica e sociale della città nei secoli XIII-XIV”, promosso dalla Biblioteca consorziale del capoluogo, per la cura di Alfio Cortonesi, docente di Storia medievale all’Università della Tuscia dal 1986 al 2011, nonché preside della facoltà di Conservazione dei Beni Culturali.

L’esordio è stato appannaggio dello stesso Cortonesi (giovedì 24 aprile) con una prolusione su “Viterbo nel Duecento”, nella quale sono stati trattati aspetti della storia politica, sociale ed economica di Viterbo in quello che viene considerato il secolo più rilevante della vicenda cittadina.

Gli altri appuntamenti sono previsti giovedì 8 maggio, Anna Esposito (Università di Roma ‘La Sapienza’), “Una società al femminile: Viterbo tra ‘400 e ‘500”; giovedì 15 maggio, Ivana Ait (Università di Roma ‘La Sapienza’), “L’immigrazione a Viterbo: l’apporto del capitale umano ad un’economia cittadina nel bassomedioevo”; giovedì 22 maggio, Anna Modigliani (Università della Tuscia), “Una gita da Roma a Viterbo. Pio II e i cardinali tra ozio e feste danzanti”.

Tra una conferenza e l’altra, sarebbe utile leggere e/o rileggere (pubblicato nel 1996 dalla casa editrice “Sette Città” sotto il titolo “Viterbo”, pp. 63, reperibile anche nelle biblioteche del capoluogo ) il testo della conferenza che un nume tutelare della storiografia della Tuscia, Pietro Egidi, pronunciò nell’ottobre del 1910 nella sede dell’Associazione dei viterbesi residenti a Roma.

Attraverso una prosa robusta, sorretta da un andamento per così dire novellistico, Egidi racconta la sua Viterbo, facendo piazza pulita della retorica fino allora imperante (ma qualche portabandiera dell’etruscheria è ancora in circolazione…) sulle origini della città, sulla sua formazione comunale, sullo sviluppo dei secoli d’oro, e intreccia su un unico orizzonte vicende sociali, economiche, politiche ed espressioni artistiche, monumentali, urbanistiche.

Sarebbe bene riprendere in mano l’opera di Egidi (Fernand Braudel, capofila della scuola francese degli Annales, nell’edizione italiana di Civiltà e imperi del Mediterraneo nell’età di Filippo II, capolavoro della storiografica contemporanea, qualifica Egidi come il primo intellettuale italiano che egli avesse «ammirato e veramente amato»): un intellettuale di dimensione nazionale ed europea,  portatore di un’attualità scientifica e metodologica di notevole respiro che non teme confronti nemmeno oggi.

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