18042024Headline:

Ribaltone alla Camera di commercio

Domenico Merlani

Domenico Merlani

Entrò papa e uscì cardinale. Un detto popolare, vecchio come il cucco, che ben si attaglia oggi a Domenico Merlani, attuale presidente di Unindustria e aspirante presidente della Camera di commercio, dopo che Nicola Zingaretti – governatore del Lazio – ha firmato il decreto che designa i 27 seggi dell’ente di via Fratelli Rosselli. Così distribuiti: 6 poltrone al commercio; 4 ad agricoltura e artigianato; 3 all’industria e ai servizi alle imprese; 2 al turismo; 1 alle cooperative, ai trasporti, al credito ai sindacati e ai consumatori.

Sulla base di questa spartizione la Santa Alleanza tra Unindustria, Cna, Confcooperative, Lega Coop e Coldiretti, che vedeva già il presidentissimo Domenico sullo scranno più alto dell’ente economico viterbese, potrà disporre di soli 9 voti. Due in meno rispetto alla coalizione opposta (composta da Confcommercio, Confesercenti, Federlazio e Confartigianato) che aveva timidamente proposto come competitor Rino Orsolini ( recentemente sostituito da Gianni Calisti al timone della Federlazio). Ma non è tutto. Giacché, per i particolari meccanismi esistenti nell’elezione della giunta, il futuro presidente – in caso di mancato accordo tra le parti – si troverà con 4 assessori dalla sua parte e 4 dall’altra. Insomma, tenendo fede a una moda che oggi in Italia va per la maggiore, anche la Camera di commercio viterbese dovrà sottostare alla strategia delle larghe intese se vorrà avere un governo degno di tale nome.

Per il momento comunque, a regnare è lo sconcerto e la parola d’ordine è “Ora ci dovremo vedere per discutere il da farsi”. Ma niente di più. Perché le anime da mettere d’accordo sono tante e variegate e tra febbraio e marzo non sono mancate le scaramucce.

Potrebbe rispuntare il famoso terzo incomodo? E’ ancora presto per dirlo, anche perché i boatos che arrivano dalle associazioni di categoria danno la situazione in estremo movimento. Gli  agricoltori, ad esempio, che hanno perso per strada Confagricoltura, esclusa dall’assise di via Rosselli (i seggi sono andati solo a Coldiretti e Cia) a livello regionale hanno aderito all’alleanza pmi Roma 97,6% e potrebbero anche rivedere le proprie strategie viterbesi.

In tutto questo marasma una sola cosa è certa: che nei prossimi due mesi le farmacie viterbesi dovranno rifornirsi a dovere, giacché il Maalox (quello che ha ingurgitato Beppe Grillo dopo la sconfitta elettorale) andrà a ruba.

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