Al PalaMalè ghe pensa lù. Il sindaco Michelini. Che dopo l’allagamento del palazzetto dello sport alla prima pioggia di stagione (documentata con immagini e testimonianze da Viterbopost) ha annunciato intanto una “soluzione tampone” in tempi rapidi, e poi un “intervento risolutivo” nei prossimi mesi, compatibilmente coi costi da sostenere, che alti.
Ora, al di là dell’orribile locuzione “soluzione tampone”, che in Italia ha un suono sinistro e che rimanda ad altri disastrosi esempi – dalla perquisizione “preventiva” alla scuola Diaz di Genova alle case antisismiche de L’Aquila – vale la pena credersi, o forse illudersi, che Palazzo dei priori abbia capito l’emergenza. Perché il PalaMalè ospita quotidianamente centinaia di giovani atleti, e occasionalmente anche spettatori, studenti, politici, comici. Un’iniziativa radicale per rifare l’antico tetto, costruito agli inizi degli anni Ottanta e rappezzato di anno in anno in nome del proverbio “Peggio la toppa del buco”, è urgente. Anche per evitare che un bel giorno il soffitto caschi in testa a qualche avventore: “Nonostante le limitate risorse finanziarie dell’ente, quest’amministrazione, provvederà nei prossimi mesi con un intervento definitivo per la sistemazione della copertura del Palamalè”. Non resta che aspettare il giorno dell’avvio dei lavori, e sperare che nel frattempo piova il meno possibile.