E meno male che Villa Lante di Bagnaia, gioiello cinquecentesco della Tuscia viterbese, riesce ancora a fare notizia.
E meno male che nel marzo del 2014 era stata visitata dal sottosegretario del ministero dei Beni culturali Ilaria Borletti Buitoni, seguita nel maggio dello stesso anno dal ministro del Mibact esso medesimo Dario Franceschini.
E meno male che lo stesso ministro ha dipoi sganciato 500 mila euro per interventi di risanamento della Villa e del monastero della Clarisse di Santa Rosa del capoluogo.
E meno male che, ecco la sorpresa, nei giorni festivi la gettonatissima meta turistica nei giorni festivi e comunque nella feste comandate, non riesce a garantire l’accesso per problemi legati alla carenza di personale ovvero all’impossibilità dello stesso Mibact di corrispondere il dovuto agli operatoti in servizio.
E meno male che quelli di Fratelli d’Italia hanno tuonato per il semplice motivo che “in uno dei periodi di maggiore afflusso turistico come il primo e 2 novembre, Villa Lante nel pomeriggio è rimasta chiusa”.
E meno male che hanno posto la fatidica domanda: “E le promesse del ministro Franceschini e del sindaco Michelini che fine hanno fatto?”.
E meno male che il primo cittadino si è subito attivato, onde per cui ha telefonato alla Sovrintendenza ai Beni architettonici per sollecitare una soluzione, non tacendo che “nonostante la disponibilità mostrata dal Comune nel voler integrare le risorse umane della Soprintendenza con personale dell’associazione Pro Loco di Bagnaia, soluzione adottata con successo in questi ultimi mesi, purtroppo non è più possibile proseguire con questa modalità”.
E meno male che (wow, anzi doppio wow) “il Comune è a disposizione per trovare una soluzione, qualunque essa sia, pur di garantire l’apertura pomeridiana festiva di Villa Lante”.
E meno male che, a voler analizzare da un punto di vista filologico la suddetta frase dell’ottimo primo cittadino del capoluogo, ben si evince che anche Michelini talvolta non sa cosa dire, ma lo dice assai bene.