06052024Headline:

Provincia, gli esuberi possono aspettare

Scaduto ieri il termine, si attendono i criteri per rimodulare il personale

Palazzo Gentili, sede della Provincia di Viterbo

Palazzo Gentili, sede della Provincia di Viterbo

La dead line era fissata per ieri, 31 marzo, ma – come spesso accade in Italia – il termine è trascorso senza che nessuna provincia dello Stivale abbia provveduto ad individuare gli esuberi (che ammontano al 50% del personale assunto a tempo pieno e a tempo indeterminato). Il motivo è presto detto: non sono stati resi noti i criteri in base ai quali le amministrazioni devono operare. Una lacuna che sarà colmata nei prossimi giorni: certamente dopo Pasqua, probabilmente intorno a metà mese. Tecnicamente e burocraticamente si parla di parla di termine “ordinatorio” e “non perentorio”. Sottigliezze lessicali di una realtà come quella italica dove spesso, troppo spesso vale tutto e il suo contrario…

Come che sia, l’attuale situazione non ingessa evidentemente le procedure, ma rende impossibile (almeno in questa fase)  procedere operativamente nella ripartizione e nell’individuazione degli esuberi. Che comunque di fatto sono già individuati tenendo conto dei dipendenti che sono andati in pensione (o stanno per farlo), di coloro che sono utilizzati nei centri impiego e della polizia provinciale che, secondo ogni previsione, non rientrerà nel personale a disposizione della Provincia ventura. Se ciò invece dovesse avvenire, i 26 che fanno parte di quella struttura rientreranno nelle dipendenze di Palazzo Gentili e  quindi si dovrà procedere all’individuazione di un ugual numero di dipendenti che quindi rientreranno nei meccanismi della mobilità.

Discorsi complicati nella loro enunciazione, ma sostanzialmente semplici da digerire: quando saranno noti i famosi criteri, il personale dipendente della provincia si dimezzerà. Mentre le competenze si ridurranno a quattro settori: ambiente, mobilità, edilizia scolastica e viabilità . Tutto il resto andrà in carico alle Regioni. Con le conseguenze che già si sono potute toccare: si pensi alla situazione del Consorzio biblioteche o ai rischi che corre un’autentica eccellenza come il Laboratorio provinciale di restauro. Già, come si suol dire, anche ammesso che si siano fatte bene le pentole (e non è così…), ai coperchi non ci ha pensato proprio nessuno.

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