27072024Headline:

Testo sul commercio e grandi marchi

Nelle nuove direttive regionali non possono essere ignorati operatori e consumatori

spesa-supermercatoIl contributo di Legacoop alla proposta di legge della Regione Lazio concernente il “Testo Unico del Commercio”, discussa nei giorni scorsi durante una audizione presieduta da Mario Ciarla, è stata presentata dal sottoscritto, responsabile per il Lazio dell’Associazione cooperative consumatori distretto tirrenico, e Piero Cardile, responsabile dell’ufficio Studi Ancd Conad, in rappresentanza delle istanze di innovazione di aziende moderne e leader di mercato e degli interessi di tutto il settore.

Non rari i punti di convergenza con Ance Lazio e Federdistribuzione in materia di urbanistica, liberalizzazioni e semplificazioni; sebbene l’occasionalità e l’informalità del confronto abbiano impedito un apporto ancora più determinante di idee e proposte da parte dell’associazione.

Come ribadito in passato in una lettera al governatore Nicola Zingaretti, sarebbe importante che le istanze del complesso sistema distributivo laziale venissero rappresentate anche dai grandi marchi Coop e Conad, e non in esclusiva da organizzazioni che costituiscono solo una parte del sistema. Per questo, Legacoop ha chiesto di essere inserita tra i soggetti considerati rappresentativi del settore.

Compatibilmente con la normativa europea e la nota Direttiva Bolkestein (12 dic 2006 n. 2006/123/CE), alla quale si è ispirata la più recente produzione legislativa (Legge 22 dic 2011 n 214 e legge 24 mar 2012 n. 27), il legislatore regionale non dovrà impedire in maniera pretestuosa e immotivata il potenziale insediamento di nuovi operatori in determinate aree.

Non potranno più essere inseriti limiti allo sviluppo delle attività commerciali che non siano motivo di interesse generale (ambiente, salute, traffico). La Regione potrà definire, già all’interno del Testo unico, norme di adeguamento della normativa, in particolare indicando atti d’indirizzo per la programmazione urbanistica-commerciale verso i Comuni.

Al momento, si è deciso, invece, erroneamente, di non intervenire sulla pianificazione urbanistica.

Per troppo tempo le rendite e la speculazione immobiliare hanno dettato le regole dello sviluppo degli insediamenti commerciali, avvenuto spesso in deroga agli indici commerciali. Solo un adeguamento ai principi comunitari e riportati dal legislatore nazionale della libera concorrenza consentirà la tutela degli interessi delle imprese e dei consumatori.

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