02052024Headline:

Università, chiude beni culturali (ma non i corsi)

Docenti sotto il limite: i corsi accorpati ad altri dipartimenti

Il rettorato di Santa Maria in Gradi

Il rettorato di Santa Maria in Gradi

Beni culturali chiude, anzi no. Il dipartimento dell’Università della Tuscia verrà “disattivato”, ma i corsi resteranno in piedi. E’ quello che intende sottoporre il rettore Alessandro Ruggieri a fine mese agli organi di governo dell’Ateneo.

Una questione burocratica, più che altro, dovuta alla legge Gelmini del 2010 che prevede la soppressione di quei dipartimenti che non raggiungano il numero minimo di 35 docenti. E Scienze dei beni culturali (questa la dizione esatta) a Viterbo è sotto quella soglia, dopo una serie di pensionamenti per anzianità, e non può neanche assumere nuovi professori a causa del blocco del turn over e da altri limiti finanziari e normativi.

“Deve essere però chiaro che i Corsi di laurea di scienze dei beni culturali, Archeologia e Storia dell’Arte nonché il neoistituito Corso di laurea a ciclo unico di Conservazione e Restauro dei Beni culturali non vengono soppressi – rassicura il rettore – Al contrario sono stati potenziati in tecnologia e mezzi e sono stati riconfermati dagli organi di Ateneo e già approvati dal Miur per l’anno accademico 2015/2016. Pertanto gli studenti potranno continuare regolarmente ad iscriversi ai corsi che saranno semplicemente incardinati in uno o più dipartimenti affini per vocazione culturale e scientifica”.

Una diversa organizzazione, insomma, e la convinzione da parte della Università Tuscia che i corsi d’area siano particolarmente importanti “per lo sviluppo e la valorizzazione del nostro territorio. Questo è comprovato dalle numerose attività di ricerca attive nell’ambito storico artistico e archeologico e alle tante giornate ed eventi che si sono svolte ultimamente”. Anche perché l’Unitus ha dimostrato di recente di credere nel settore, investendo nel corso a ciclo unico e a numero chiuso di conservazione e restauro dei Beni culturali, un percorso professionalizzante che si è inaugurato quest’anno con la lectio magistralis del direttore dei Musei vaticani, Antonio Paolucci, con tanto di realizzazione di laboratori di restauro con attrezzature di prim’ordine.

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