08052024Headline:

Mazzola spegne il tutor sulla Nepesina

"Automobilisti truffati: chiederemo i danni a chi ha provocato questa situazione"

Il presidente della Provincia Mauro Mazzola

Il presidente della Provincia Mauro Mazzola

Addio tutor. Dopo due mesi di polemiche  e tensioni, di multe (finora 4500 circa) e relativi improperi, vai in pensione. Lo decide il neo capo di Palazzo Gentili Mauro Mazzola che, come primo atto della sua amministrazione, accoglie le istanze dei cittadini e dei sindaci più direttamente interessati e intima alle due società che gestiscono il servizio in quella parte di Nepesina di sospendere immediatamente “ogni attività di rilevazione e accertamento delle infrazioni (ex art. 142 del CdS), nonché notifica, contestazione, spedizione dei relativi verbali e di ogni atto connesso da cui possa derivarne pregiudizio per l’amministrazione”.

E perché di grazia quell’apparecchiatura va spenta? Lo spiega lo stesso Mazzola in un incontro che precede di qualche ora la decisione ufficiale. Fondamentalmente, le ragioni sono 3: innanzitutto è antieconomico per la Provincia (che, facendo due conti, ci rimette fior di quattrini); poi, è segnalato male (lo stesso sindaco di Tarquinia confessa di essere passato sulla Nepesina qualche giorno fa e di non essersi accorto dei cartelli indicatori, con la conseguenza di aver probabilmente beccato anch’egli una multa); e infine non risponde a criteri di sicurezza (su quella strada sono altri i tratti pericolosi, a cominciare dai primi 3 chilometri). Tutto qui. E non è poco.

Gianluca Angelelli, sindaco di Civita Castellana

Gianluca Angelelli, sindaco di Civita Castellana

Entrando più nel dettaglio si viene a scoprire che solo nella prima settimana di “lavoro” del tutor, sono state scattate 1938 foto di auto che avevano infranto il limite di velocità. Di queste, quelle realmente utilizzabili ai fini della contestazione sono 1841, con un incasso (molto) teorico di poco più di 123mila euro. C’è un piccolo problema: la Provincia per tutta la parte burocratica connessa ne spende oltre 125mila, quasi 2mila in più, esattamente 1944,14. “E’ possibile – si chiede Mazzola – un tale spreco di denaro pubblico?”. Ma c’è ancora dell’altro: questi conti sarebbero validi se tutti pagassero la multa ricevuta. Il che nella realtà non avviene: si calcola che, nella migliore delle ipotesi, l’incasso concreto si aggira intorno al 70% (con punte che si aggirano addirittura sulla metà del previsto). E quindi con costi per la pubblica amministrazione ben superiori ai 2mila euro di cui sopra. Proiettando il dato della prima settimana, su un mese intero si arriverebbe ad una somma quasi 37mila euro. “Premesso che non voglio far polemiche con chi mi ha preceduto – chiosa Mazzola – e che non intendo in alcun modo parlare dell’inchiesta aperta della magistratura, dico solo che a me interessa solo tutelare i cittadini che, da questa apparecchiatura (verso la quale non sono pregiudizialmente contrario) sono stati truffati”.

Pietro Soldatelli, sindaco di Nepi

Pietro Soldatelli, sindaco di Nepi

Al suo fianco, i primi cittadini di Civita Castellana (Gianluca Angelelli), Nepi (Pietro Soldatelli), Castel S. Elia (Rodolfo Mazzolini), cioè le zone maggiormente “colpite” dai fulmini del tutor. “Questi strumenti devono servire per la sicurezza e non per fare cassa – sottolinea il sindaco civitonico -. Quella strada è percorsa soprattutto dai pendolari. Come dimostra il fatto che la stragrande maggioranza delle multe sono per infrazioni minime, con velocità superiori di pochissimi chilometri rispetto ai limiti”. “Peraltro – aggiunge il collega di Nepi – il tratto più pericoloso è quello dei primi 3 chilometri, sul quale si sono registrati due incidenti mortali, e non certo quello interessato dal tutor”.

Conclusione di Mazzola: “La Provincia non sborserà un centesimo e penserà a tutelare il bilancio. Che semplicemente significa tutelare tutti i cittadini. Pagheremo soltanto se e quando un giudice ci obbligherà a farlo. Valanga di ricorsi? Non lo so, vanno seguite le procedure (prefettura, giudice di pace). In ogni caso, già da subito dico che intendiamo rivalerci nei confronti di chi ha generato questa situazione non più tollerabile. E mi riferisco anche all’eventualità che le aziende affidatarie tentino azioni legali nei nostri confronti: non faremo sconti a nessuno, anzi ci tuteleremo in ogni sede chiedendo i danni morali e materiali. Il tutor, a mio parere, andava spento già dopo la prima settimana di sperimentazione. Adesso non si può più perdere tempo: questo servizio va fermato”. Le ultime parole famose: dopo due ore, o poco più, arriva la comunicazione ufficiale di spegnere quello strumento infernale.

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