11122024Headline:

C’è ancora da fare per il lago di Vico

Dopo la bonifica del centro chimico bisogna continuare a lavorare sull'ambiente

Uno dei residuati chimici rimossi dal deposito sulle sponde del lago di Vico

Uno dei residuati chimici rimossi dal deposito sulle sponde del lago di Vico

La Prefettura di Viterbo ha annunciato nelle scorse settimane il termine delle operazioni di bonifica del Cnbc (Centro nucleare batteriologico e chimico del lago di Vico), richieste da anni con forza da molte associazioni ambientaliste in particolare Aics, Comitato acqua potabile, Accademia Kronos, Psi di Ronciglione e Coordinamento nazionale bonifica armi chimiche, che ha svolto un’azione costante di informazione e di sensibilizzazione del Parlamento.

Vanno quindi ringraziati tutti i parlamentari che a più riprese si sono interessati del problema. Va ringraziato in particolare l’onorevole Oreste Pastorelli, del Psi, per la question-time posta al ministro della Difesa, determinante per la ripresa della bonifica e l’onorevole Massimiliano Bernini del M5S per il suo proficuo interessamento. Vanno infine ringraziati i cittadini che spronandoci ci hanno sostenuto e aiutato a mantenere alta l’attenzione sul problema.

La bonifica si è svolta ininterrottamente, da febbraio 2015, con grandi e profondi scavi, che presumibilmente hanno portato alla luce le masse ferrose interrate (bombe chimiche, cisterne che contenevano gas letali e le grotte e tunnel utilizzati per la fabbricazione delle armi, di cui la popolazione da sempre ne parla con insistenza.

Ci auguriamo che sia stato fatto tutto nella massima sicurezza, anche se è mancata completamente la doverosa informazione della popolazione, che il Psi aveva richiesto. Cosa opposta a quanto fatto nella precedente bonifica. Gli stessi scoppi fortissimi che si sono ascoltati provenienti dal Centro hanno dimostrato che sono state fatte brillare delle bombe che ci auguriamo non chimiche.

La Prefettura di Viterbo ha anche annunciato la pianificazione del trasporto a Civitavecchia delle armi non convenzionali, che riteniamo debba essere fatto con la massima sicurezza, dopo l’estate. il più presto possibile.

Uno scorcio del lago di Vico

Uno scorcio del lago di Vico

Spetta poi all’Arpa verificare che nel sito non sono più presenti armi chimiche, armi convenzionali, gas tossici e garantire la decontaminazione del terreno, degli edifici e della stessa vegetazione. Chiediamo che tutto venga fatto con grande serietà e puntigliosità, in maniera che il sito possa essere riconsegnato a servizio della collettività, ripagandola così dei gravi danni prodotti all’ambiente e alla salute.

Uno dei gravi problemi che interessano la conca del lago di Vico, sembra ora risolto, gli altri purtroppo persistono nella sua interezza. Nessuna bonifica delle sue acque, infatti, è stata avviata; nessuna iniziativa, siano opere di drenaggio, o altre scelte tecniche, o leggi, o ordinanze hanno bloccato l’apporto di sostanze inquinanti nelle acque del lago.

Quanto tempo dovrà passare ancora per assicurare alle generazioni future la vivibilità e salubrità dello stupendo e bellissimo ambiente dei Monti Cimini e del lago di Vico?

La tigre dormiente come l’ha definita il perito nominato dal Giudice per le indagini preliminari nella causa contro gli ex sindaci di Ronciglione e Caprarola, non è affatto dormiente ed è ben sveglia, sono gli amministratori che dormono o mettono la testa sotto la sabbia, per incapacità o peggio per la colpevole sottovalutazione dei gravi problemi sanitari o perché hanno scelto di tutelare gli interessi di pochi a danno delle popolazioni.

Il Psi sollecita ancora con determinazione interventi seri per il disinquinamento del lago di Vico, per il diritto all’ambiente sano e pulito, per il diritto alla vita. Ciò che occorre per salvare il lago, le sue acque e la salute dei cittadini, oltre che una effettiva bonifica dagli inquinanti, che sono nel ventre della tigre, il definitivo abbandono dell’agricoltura chimica che sappiamo bene provoca dolore e morti, in primis fra gli stessi agricoltori succubi dell’industria chimica e delle scelte dannose alla salute, dettate dal mercato.

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