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“Talete logorata dai cattivi amministratori”

In vista dell'assemblea, i lavoratori chiamano i soci alle loro responsabilità

Il presidente di Talete, Stefano Bonori

Il presidente di Talete, Stefano Bonori

Il 26 agosto si avvicina, e sarà un giorno decisivo per la sorte di Talete, la società pubblica di gestione dell’acqua. E’ in programma per allora l’assemblea dei soci, chiamata a prendere visione della situazione economica dell’azienda (che ha diversi milioni di euro di passivo) e magari cominciare a ragionare seriamente sulle misure da prendere per il futuro. In vista dell’appuntamento, i dipendenti – le cui preoccupazioni sono tante e non sono neanche state addolcite dall’ultimo incontro in Regione – fanno sentire la loro voce con una lettera aperta. In cui richiamano gli stessi soci alle loro responsabilità.

“Vogliamo ripetere quanto più e più volte evidenziato, cioè il fatto che attiene ai soci, ai Comuni, e quindi ai legali rappresentanti di questi, i sindaci, la responsabilità del controllo del buon andamento della società partecipata – scrivono i dipendenti – Si ricorda, per memoria la sentenza della Corte di Cassazione, rafforzata dalla sentenza del consiglio di Stato, ribadito dal Il Sole 24 Ore Per evitare di incorrere in responsabilità personale, insomma, gli amministratori dell’ente socio devono fare in modo che questo esplichi un’effettiva vigilanza sulla società partecipata: non è sufficiente una verifica successiva della gestione, attraverso l’approvazione del bilancio o il mero esercizio dei poteri di nomina del Cda, ma occorre una effettiva pianificazione mediante un controllo attuale, puntuale e concomitante all’attività gestionale della società, da effettuarsi anche con l’ausilio di specifici poteri ispettivi. In quanto le perdite di esercizio o del capitale sociale non possono considerarsi episodi fisiologici; se si verificano, l’ente socio e, quindi, i suoi amministratori, deve evitarne la reiterazione, modificando contratti di servizio e/o intervenendo sull’organizzazione , fino a rimuovere, se del caso, gli amministratori”.

Per i lavoratori, insomma, l’attuale situazione della società è figlia di un malgoverno antico e consolidato da parte della politica, nella sua versione più o meno amministrativa: “ Con le specifiche responsabilità, si intende mettere in evidenza il fatto che le criticità di Talete vengono da lontano, le disattenzioni da parte dei soci nel non verificare nel tempo i costi reali di gestione a cui legare la tariffa, oppure il non onorare l’impegno di consegnare entro i termini di scadenza del periodo transitorio, periodo previsto nei verbali di consegna, i documenti tecnico-amministrativi relativi ai mutui in essere ed ancora il non verificare la eventualità di non raggiungere il pareggio contabile della gestione del servizio comune per comune”.
Infine, i dipendenti lanciano un appello alla coesione e alla serietà: “Ora è sicuramente giunta l’ora di impegnarsi tutti, lontano da alchimie politiche, da sterili giochi di parte e nell’interesse generale del servizio idrico – scrivono – nella ricerca della soluzione ai problemi, magari incaricando chi è veramente in grado di formare un piano industriale serio e concreto”.

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