13122024Headline:

Un fantasma aleggia sulla centrale di Montalto

Il futuro del sito e lo spettro del deposito di scorie nucleari

La centrale Enel di Montalto di Castro

La centrale Enel di Montalto di Castro

Mentre sul futuro della Centrale di Montalto di Castro (riconversione o bonifica del sito) l’Enel continua a non esprimersi, La Sogin e i ministeri (Sviluppo economico e Ambiente) stanno per rendere pubblica la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) ad ospitare il nuovo deposito nazionale delle scorie nucleari.

Apparentemente non ci dovrebbero essere relazioni dirette, ma ci lascia perplessa la posizione attendista di Enel rispetto alle richieste di chiarimento del Comune di Montalto sul futuro di quel sito.
L’Enel non si esprime su alcune proposte avanzate da società per la riconversione della Centrale (Ecocarbon e Gruppo Pessina), ha abbandonato l’ipotesi di riconversione a biogas, non si pronuncia sull’eventuale smantellamento e bonifica.
L’Enel è invece molto attiva sul fronte della richiesta all’Agenzia delle entrate, di riduzione della rendita catastale con conseguente sospensione, causa anche il fermo di produzione, del pagamento dei tributi.
Il tentativo dell’Enel è quello di non pagare più le tasse dovute.
Infatti se l’agenzia delle entrate dovesse avvalorare tale tentativo la rendita catastale passerebbe da 24 milioni di euro a 8 milioni di euro con evidente abbassamento della tassazione Imu con una perdita, solo per il Comune di Montalto, di circa 4 milioni di euro. Senza contare i mancati introiti per lo Stato (10 milioni ?)
Può esserci una relazione tra attendismo dell’Enel e la fase di determinazione e pubblicizzazione dei siti idonei alla costruzione Nuovo Deposito Nazionale Italiano?
Nel frattempo da luglio è scattata l’azione di sensibilizzazione sui principali organi di stampa, da parte della Sogin, sul tema del Deposito.

Che cos’è il Deposito Nazionale Italiano? (dal sito www.depositonazionale.it) Il Deposito Nazionale è un’infrastruttura ambientale di superficie dove saranno messi in sicurezza i rifiuti radioattivi prodotti in Italia, generati dall’esercizio e dallo smantellamento delle centrali e degli impianti nucleari, dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca.

110 ettari con 90 costruzioni in calcestruzzo armato per lo stoccaggio definitivo dei circa 75.000 mc di rifiuti a media e bassa intensità + 15.000 mc per stoccaggio provvisorio (max 50 anni) per rifiuti ad alta attività..
A questo vanno aggiunti i 40 ettari per un parco tecnologico nel quale saranno avviate attività di ricerca di alto profilo sulle nuove metodologie di gestione dei rifiuti radioattivi e su tecnologie di interesse per il territorio che ospiterà il Deposito Nazionale.
La Sogin, ha ultimato la fase preparatoria dell’iter che porterà alla definizione delle 30 aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale di scorie nucleari e il centro di ricerca per la gestione dei rifiuti radioattivi.
Ora i ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico dovranno pubblicare, prima di avviare la consultazione pubblica ed emanare il decreto, la carta (Cnai) con l’indicazione delle aree geografiche ritenute idonee.

Una veduta della centrale

Una veduta della centrale

Non vediamo l’ora di essere smentiti ma a pensar male non è peccato, considerate anche le facilitazioni determinate dal decreto “sblocca Italia” sulle “opere di carattere strategico”.

Ma indipendentemente dal Deposito Nazionale Unico pesa come un macigno sul territorio di Montalto di Castro il futuro ed il destino di quel sito, sia in termini economici che occupazionali e sociali.

Nel frattempo l’Enel, mentre la utilizza come magazzino ricambi per altre centrali, sta azzerando la manutenzione della Centrale con gravi ripercussioni sulle esigue maestranze rimaste (aziende in Cassa integrazione e lavoratori in arretrato con gli stipendi).
L’Amministrazione Comunale, dopo che l’Enel ha pagato nel corso degli anni, centinaia e centinaia di milioni di tasse e tributi si interroga sulle future mancate entrate, sulla tenuta economica del proprio bilancio così come sul futuro assetto sociale ed economico di quel territorio, venendo a mancare una risorsa così rilevante.

Nell’incontro avuto con il sindaco Caci la Fiom ha ribadito la necessità di avviare un confronto pubblico sul destino della centrale, cercando di spingere l’Enel a confrontarsi con le parti sociali e le Amministrazioni per districare i dubbi intorno al futuro della Centrale e chiarire le loro intenzioni.
Da parte sua l’amministrazione Comunale ha chiesto un incontro al Prefetto per chiedere ragione all’Enel della richiesta avanzata di cessazione attività e chiarire tutti gli aspetti inerenti il declassamento catastale.

Se chiusura definitiva sarà, allora il sito deve essere restituito al territorio bonificato e liberato dai milioni di mc di cemento, garantendo una ricaduta occupazionale sul territorio.
Sarà compito poi dell’Amministrazione costruire un futuro diverso per quel territorio, che tenendo conto delle naturali vocazioni possa rappresentare garanzia di sviluppo economico ed occupazionale.
Ma per questo il tempo dell’attesa è finito, se non ci sarà una immediata mobilitazione difficilmente la ragione e il buon senso avranno il sopravvento su logiche politiche e industriali estranee al territorio e alla popolazione che ci vive.

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