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”Genio, da noi l’unica proposta concreta”

Sul cinema la versione del direttore del Tuscia Film Fest Mauro Morucci

I fratelli Paolo e Francesco Ferretti; al centro il direttore del Tuscia Film Fest Mauro Morucci

I fratelli Paolo e Francesco Ferretti; al centro il direttore del Tuscia Film Fest Mauro Morucci

Sulla vicenda del teatro Genio vale la pena pubblicare la versione di Mauro Morucci, direttore del Tuscia Film Fest, pubblicata ieri sul sito dello stesso festival. Eccola.

Consideravo la vicenda del cinema Genio un capitolo chiuso e ci stavamo occupando insieme al gruppo del Tuscia Film Fest di altro.

Ma i fatti degli ultimi giorni mi costringono a ritornare sul “pezzo” per rispetto del tempo (molto) e del lavoro (molto) che abbiamo perso per provare a far riaprire la storica sala e per cercare di fare ulteriore chiarezza.

L’idea è nata quando si è verificato il presupposto fondamentale: c’erano due imprenditori disponibili a fare investimenti importanti sul cinema Genio per restituirlo alla città.

Da quel momento abbiamo cercato di creare un ponte tra loro e le due amministrazioni comunali che si sono succedute (prima Marini e poi Michelini) per arrivare alla definizione di un progetto che avesse delle basi solide nonostante fosse sicuramente in controtendenza rispetto alla situazione generale e a quella dell’esercizio cinematografico in particolare.

Senza rientrare nel dettaglio vale la pena di citare un paio di cose.

La società del Teatro Genio ha partecipato al bando Plus per la rivitalizzazione del centro storico ottenendo alla fine del 2014 dal Comune di Viterbo un finanziamento di 20.000 euro a fondo perduto per la riqualificazione del foyer e delle bacheche esterne del cinema.

Io stesso segnalai all’assessore Delli Iaconi un bando regionale per la creazione di un’Officina delle arti e dei mestieri sottolineando come lo stesso – focalizzandolo sull’audiovisio – fosse molto funzionale all’idea di Genio che si stava definendo. Su richiesta esplicita dell’assessore Barelli ho (molto) contribuito alla stesura del bando che il Comune ha poi vinto ottenendo 106.000 euro dalla Regione Lazio (metà per lavori strutturali e acquisto di materiale tecnico, metà per la gestione della costituenda Officina).

Insomma, arrivati all’autunno del 2014 eravamo convinti che ci fossero tutte le condizioni per mettere intorno a un tavolino amministrazione e privati e partire.

Il primo appuntamento del febbraio 2015 evidenziò delle resistenze di almeno una parte dell’amministrazione ma si concluse con la ragionevole richiesta da parte del sindaco di riformulare per iscritto la proposta che sarebbe stata la base sulla quale riaprire il discorso.

Il 17 marzo 2015 la proposta è stata protocollata in Comune.

Nonostante fosse stato richiesto un riscontro entro il mese di aprile per non perdere il finanziamento del Plus ottenuto e per avere il tempo di programmare la riapertura della sala entro dicembre 2015, da quel momento non c’è stato più alcun riscontro.

Alla fine di giugno, passati tre mesi dall’invio della proposta richiesta, presi un appuntamento per capire cosa stesse succedendo e, con una certa sorpresa, il sindaco mi disse che non era al corrente che la proposta fosse stata presentata. L’assessore Delli Iaconi, anch’egli presente, gli confermò l’arrivo e l’incontro si concluse con la comunicazione che ora la proposta del 17 marzo sarebbe stata valutata.

Nelle settimane che seguirono continuò a non succedere niente e siamo andati tutti in vacanza con l’anima in pace e consci che da parte dell’amministrazione comunale non ci fosse interesse a condividere il progetto.

Dopo Ferragosto arriva il primo segnale da Palazzo dei Priori: in un’intervista a un quotidiano on line locale l’assessore Barelli comunicava (non smentito da nessuno) che il Comune di Viterbo aveva dato incarico a un legale di attivarsi per “restituire alla città il cinema e ripristinare la legalità”. E l’incontro di febbraio? E la proposta presentata a marzo e rimasta senza risposta? Nessuna traccia nell’intervista.

A questo punto, per legittima difesa, insieme a Paolo e Francesco Ferretti si decise di organizzare una conferenza stampa per fare chiarezza e per raccontare la storia per intero. Il giorno dopo la convocazione della stessa (per l’esattezza la mattina del 3 settembre) arriva l’invito formale – e forse un po’ tardivo – del Comune di Viterbo a fissare un incontro.

Invito seguito da nuove esternazioni a mezzo stampa di assessore Barelli e sindaco (al quale vorrei porre una sola domanda: l’imprenditore Michelini rileverebbe un vivaio storico ma in crisi e indebitato se gli dicessero prima paga i debiti e poi decidiamo se fartelo gestire?) che convinsero definitivamente Paolo e Francesco Ferretti ad abbandonare il progetto di recupero. Il resto è storia nota e recente.

Personalmente penso che il progetto da noi elaborato fosse l’unica possibilità concreta per riaprire il cinema Genio. Ma penso anche che avesse un gravissimo difetto: essere indipendente.

Temo che la città possa aver perso per sempre un pezzo importante della sua storia ma spero di sbagliarmi e auguro buon lavoro al sindaco Michelini e alla sua amministrazione che sono pienamente legittimati a fare delle scelte per le quali saranno giudicati alle prossime elezioni.

Da parte nostra siamo concentrati su diversi progetti e possiamo garantire agli appassionati che l’offerta cinematografica nonostante tutto crescerà.

A fine mese – alla presenza del regista e del cast – presenteremo il film italiano più sorprendente della stagione, stiamo lavorando per un evento davvero speciale che avrà luogo in aprile, al programma del Tuscia Film Fest e dell’Italian Film Festival Berlin 2016 e da settembre, infine, ci saranno grosse novità.

A puro titolo informativo e per rispetto degli esercenti, vorrei infine ricordare, a chi continua a sostenere che a Viterbo non esistono più cinema, che nel territorio cittadino sono presenti due sale.

Mauro Morucci
direttore del Tuscia Film Fest

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