18042024Headline:

Nuova S. Teresa e Salus a rischio chiusura

L'Aiop lancia l'allarme: "Rischiano 60 case di cura nel Lazio. La Regione si svegli"

Jessica Faroni, presidente Aiop

Jessica Faroni, presidente Aiop

La cosa sembrerebbe follemente assurda, a leggerla così. E quindi tocca giocoforza di dargli credito. Giacché determinate dinamiche quasi mai rispondono ai principi della logica.
Dunque, qualche anno fa, e più precisamente nel 2009, in Regione si decise di far diminuire i posti letto delle case di cura. Nel senso: scendete a venti unità, altrimenti beccate poco. E tutti a smontare doghe, a buttare materassi, e a rimandare a casa nonnetti malconci.
Ora invece, e qui viene il bello, la Pisana rilancia: se non avete almeno quaranta posti letto vi tagliamo i rubinetti.
Ma come? Ok che prima ci stava Marrazzo e ora Zingaretti e nel mezzo la Polverini: ma tra di voi non vi parlate?
È questo, in sostanza, il grido che lancia l’Aiop. Che non è un saluto sardo con la “p” finale, ma l’associazione maggiormente rappresentativa della sanità privata. Che prosegue: “Sono a rischio chiusura 20 case di cura nel Lazio – tuona la presidente Jessica Veronica Faroni – La Regione batta un colpo. Non permetta che i pazienti acuti non abbiano la giusta assistenza e non abbandoni i dipendenti che sarebbero licenziati”.
Già, perché come sempre le ripercussioni colpirebbero due categorie: gli allettati, e chi li guarda. E aggiungiamoci anche chi dirige le “case”. Quindi tre.
Ma scendiamo nel tecnico. “Il tutto succede a causa di un provvedimento nazionale che prevede lo stop dell’attività delle cliniche per acuti sotto i 40 posti – sempre lei – ma da cui il Lazio deve essere stralciato in quanto questo siti hanno già subito nel 2009 una riconversione da parte della Regione che ne ha definito le dimensioni e la specificità di strutture monospecialistiche. Queste cliniche sono fondamentali anche per far fronte all’annosa questione dell’intasamento dei Pronto soccorso”.

La Nuova Santa Teresa a rischio chiusura

La Nuova Santa Teresa a rischio chiusura

E qui si arriva al locale. A Viterbo cosa potrebbe verificarsi? “Due sono le strutture a rischio – prosegue – la Salus e la Nuova Santa Teresa. Considerando come già è ridotto l’ospedale Belcolle, immaginate che danno. Mi chiedo come mai in altre Regioni hanno risolto, ed invece il Lazio non ne vuol sapere. Siamo dinnanzi ad un grande inganno, e la politica tace. In modo trasversale”.
Per rendere le proporzioni della cosa, ecco qualche dato di chiusura: “Sono circa 600 i posti letto che andrebbero a mancare – chiude la dottoressa – con altrettanti pazienti rispediti a casa. Sul fronte dipendenti invece, circa 1.200 le persone senza stipendio”.

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