Quando viaggi con la Ferrovia Roma Nord, da Civita Castellana a Viterbo, incontri, oramai, solo poche persone arrabbiate, disposte a dialogare con te. E’ ovvio che poche persone stanno a significare che gli utenti della ferrovia Civita Castellana – Viterbo, sono diventati scarsi a causa dello spostamento della partenza dei treni da Catalano, a causa dei continui cambiamenti di orario (perdita di fidelizzazione da parte della clientela), a causa dei numerosi bus del Cotral che fanno una concorrenza illogica e spietata alla ferrovia.
Sul treno che parte alle 7,40 da Catalano, si incontra di frequente un signore distinto, un avvocato che con la sua valigetta si reca al tribunale di Viterbo. Come tutti quelli che utilizzano questa ferrovia, ne ha da dire tante. Quello che non capisce è come la gente cambi bandiera a seconda di quello che gli viene detto, senza ragionare di testa propria.
“Ho un amico – racconta – che ama tanto questa ferrovia, mi diceva che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di salvare i vecchi Tibb, che i contadini e gli abitanti dei paesi della Tuscia si sono abituati al fischio del treno e con quel fischio che si sente da tante generazioni, viene scandito il tempo e la vita di tutti. E’ un orologio parlante”. “Ognuno che viaggia con questo treno – prosegue – conosce a menadito lo stato dei binari, dei pali di sostegno della rete elettrica…”. Eppure influenzato da non so chi, questo amico ha improvvisamente cambiato opinione. Quando l’ho contrastato dicendo che la partenza dei treni da Catalano era una follia, mi ha allontanato completamente, senza alcuna spiegazione logica.
Il viaggio proseguiva, mentre il dondolio del treno invitava ad un pisolino. Ma purtroppo la voglia di sfogarsi dei pendolari era tanta che non ti permetteva di riposare. Ecco il dialogo tra due studenti: “Ho un amico che vive a Fabrica di Roma, è amante della ferrovia. Inspiegabilmente, da quando hanno cambiato l’orario e spostato la stazione di Civita Castellana, si ostina a sostenere che il tutto è stato fatto per salvare la ferrovia”. Uno dei due affermava dicendo che ben quattro treni percorrono fuori servizio la tratta Civita Castellana – Catalano, che ciò rappresenta aprioristicamente una volontà deleteria volta a smantellare la tratta Castellana Viterbo. L’altro si ammutoliva smettendo di parlare. Tra me dicevo: “Questo lascia capire che molti ‘zombi’ accettano in silenzio qualsiasi cosa, senza ragionare”.
Un altro argomento toccato dai viaggiatori, durante uno dei miei soliti viaggi, concerneva il mistero che regna sul futuro di questa ferrovia. Praticamente molti pendolari obiettano il fatto che la Regione Lazio proprietaria del collegamento Roma – Civita Castellana – Viterbo, non dice nulla ai cittadini. Se si espone, lo fa cambiando in continuazione le sue dichiarazioni. In genere quando si vuole nascondere qualcosa, vuol dire che qualcosa non va. La ferrovia non è una banca dove esistono delle norme ben precise, dove ad esempio il segreto bancario impone determinate regole a tutela del cliente e della onorabilità dell’istituto. In altri settori esistono determinati dettami legati alla concorrenza, alle caratteristiche di un prodotto che impongono certi comportamenti. In altri settori, come quello pubblico, se tutto viene svolto secondo le norme e le leggi, deve esistere trasparenza e collaborazione con il cittadino.