11122024Headline:

Referendum, domenica bisogna votare

Alessandra Terrosi (Pd): "Recarsi alle urne è un diritto-dovere di ogni cittadino"

TRIVELLE 2Ci avviciniamo a grandi passi al Referendum del 17 aprile, promosso da nove Regioni italiane. In verità se ne è parlato poco e male, come spesso accade in questo tempo che richiede estrema sintesi, brevità nelle considerazioni e velocità nel cambiare frequentemente oggetto della discussione. Domenica prossima saremo chiamati a rispondere SI o NO al seguente quesito: “Volete voi che sia abrogato l’art. 6 comma 17, terzo periodo, dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale” , come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formulazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2016)” limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale?”.

Cosa significa la frase sopra riportata, la stessa che troveremo stampigliata sulla scheda nella quale esprimeremo il nostro voto? Significa questo: votando SI esprimeremo il nostro consenso a che gli impianti situati entro le 12 miglia dalla costa, che estraggono idrocarburi liquidi o gassosi, continuino la loro attività non fino all’esaurirsi della vita utile del giacimento ma fino allo scadere delle concessioni sottoscritte tra Governo e compagnie petrolifere. I circa 21 impianti esistenti entro le 12 miglia non fermeranno la loro attività se non allo scadere delle concessioni, salvo rinnovo delle stesse: ricordiamo che le concessioni hanno durata trentennale, prorogabile una prima volta per dieci anni, una seconda e una terza volta per cinque anni. Non si tratta di interrompere le trivellazioni oltre le 12 miglia dalla costa, ma di regolamentare quelle esistenti entro tale distanza, di fatto tornando alla normativa previgente che stabilisce una durata certa delle concessioni. Lo scorso 7 gennaio la Corte di Cassazione ha stabilito che cinque dei sei quesiti proposti originariamente non avevano più ragione d’essere, poiché accolti da modifiche volute dal Governo e introdotte nella legge di stabilità 2016. Ne rimane valido solo uno, quello riportato sopra.

Tutti gli schieramenti politici condividono la necessità di ridefinire la Strategia Energetica Nazionale: se è vero che con una eventuale vittoria dei SI non affrancheremmo il nostro Paese dall’uso delle energie fossili, la stessa però manifesterebbe chiaramente la volontà di dare priorità alla salvaguardia del clima, del proprio territorio, del proprio mare, della propria agricoltura e dell’agroalimentare made in Italy, rivendicando la possibilità di fare scelte che privilegino le buone energie rinnovabili, da fare nei modi e nei luoghi dove il loro utilizzo sia possibile e sicuro.

Ritengo che domenica 17 aprile sia giusto andare a votare perché il Referendum, al pari delle altre consultazioni elettorali, è uno strumento democratico che non va sminuito e perché il voto è sempre un esercizio di libertà e di democrazia dal quale ogni società civile non può prescindere.

Alessandra Terrosi

Deputato del Partito democratico

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