Doveva essere una tranquilla passeggiata d’archeologia industriale. A vedere cosa erano le ex terme Inps, come sono ridotte oggi, magari alla ricerca di qualche spunto per rilanciarle. Il tutto, accompagnando Valeria, laureanda che sta preparando una tesi sull’argomento e che ha chiesto al Comune di aprire, per una volta, le porte dell’immensa struttura in strada Bagni.
Doveva essere tutto questo, e invece ecco la sorpresa che non ti aspetti. Dentro le ex terme Inps, dentro questa balena rosa che una volta dava lavoro ad oltre duecento persone, e riusciva a soddisfare le esigenze curative di centinaia di ospiti provenienti da tutta Italia, oggi vive qualcuno. Al primo piano dell’edificio principale, precisamente. Basta salire la bella scalinata in marmo che parte dalla hall dell’ingresso, varcare la porta a vetri, per accorgersene. Il corridoio è pulito, troppo pulito rispetto a quelli visti al piano di sotto (pieni di guano, di calcinacci, di vecchi suppellettili). Si va avanti per curiosità fino alla fine, e si scorgono segnali di vita: un paio di scarpe da ginnastica seminuove, una cuccia per cani a terra (con tanto di busta di crocchette), un pallone da football e una pallina, giochi per bambini. Girando lo sguardo verso destra, la prova definitiva: questo locale è senza ombra di dubbio adibito a cucina. C’è un tavolo con tovaglia, pentole e attrezzi per cucinare, condimenti, forse addirittura del cibo dentro la busta.