Ci sono quelli che dicono “ma ‘sti cavoli della poule scudetto, basta essere tornati in Lega Pro”. E va bene, è chiaro che il traguardo principale per la Viterbese era quello della vittoria del campionato, ed è stato raggiunto a seguito di una stagione davvero strabiliante. Potrebbe bastare così? Certo. Potrebbe. Ma perché volersi sempre accontentare, proprio adesso che la sorte ha messo sulla strada dei gialloblu una società che per prima non si pone alcun limite?
La poule scudetto, che vedrà la Viterbese impegnata nella prima fase già domenica prossima a Siracusa, rappresenta infatti molto di più di quello che si pensa. Non è solo l’overtime di una stagione straordinaria, con protagonista un gruppo di uomini con los huevos, né esclusivamente la soddisfazione di giocare – in caso di vittoria – il prossimo anno con lo scudetto cucito sul petto. Fatto, questo, che già basterebbe a motivare qualsiasi squadra.
La poule scudetto, in realtà, per la Viterbese e i suoi giocatori è soprattutto una grandissima opportunità. Che ha molteplici risvolti. Il primo: quello di mostrare anche al di fuori del girone di serie D appena vinto le proprie qualità e la propria forza. Una vetrina utile a chiunque, per aumentare il prestigio sia personale di ogni singolo calciatore interessato, sia della Viterbese stessa intesa come comunità.
In secondo luogo, la poule scudetto rappresenta un assaggio di quello che attende i gialloblù a partire dalla prossima estate. La tanto attesa Lega Pro. Ed è questo secondo me l’aspetto più bello di questa competizione che impone gli straordinari ai gialloblu: a partire dal primo incontro a Siracusa, dopo anni a penare su campetti piccoli e stretti del Centro Italia, con al massimo qualche sparuta decina di spettatori, si torna a giocare in stadi almeno degni di tal nome, con migliaia di persone sugli spalti. Si torna a respirare il calcio che conta, si torna a confrontarsi con piazze prestigiose. La poule scudetto è un assaggio del futuro che aspetta la Viterbese da qui in avanti. E per questo va onorata degnamente. Carica, leoni!