02122024Headline:

Il Distretto contrasti l’attrazione di Roma

Raimondo Chiricozzi (Aics): "Una scelta decisiva per il rilancio del Centro Italia"

 

Il fontanile di Monte Venere

Il fontanile di Monte Venere

Il comitato provinciale AICS di Viterbo saluta positivamente la nascita del Distretto turistico culturale dell’Etruria Meridionale. Tale iniziativa, d’ingegneria istituzionale,  può realmente costituire la svolta che si attende da tempo per la Tuscia e tutto il Centro Italia. Infatti, viene a costituirsi un organismo sovracomunale che può favorire la nascita di iniziative tra Comuni territorialmente omogenei perché comprende parte del territorio dell’Etruria, già compreso tra l’Arno e il Tevere. Complimenti quindi a chi ha voluto (come l’on. Giuseppe Fioroni) con determinazione l’approvazione per decreto legge del distretto arrivato pochi giorni or sono con la firma del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini.

L’utilità di tale struttura è evidente. Il distretto può ottenere agevolazioni e favorire lo sviluppo economico nel territorio; in collaborazione tra comuni, province e regioni sarà possibile prendere iniziative a favore del turismo culturale e ambientale. Tra i vantaggi concreti, lo snellimento delle pratiche burocratiche per il pubblico e il privato. Il distretto è soprattutto la cartina di tornasole per ottenere quel riequilibrio del territorio laziale e del Centro Italia, fortemente squilibrato dall’attrazione di Roma capitale. Non si tratta ancora della costituzione di una nuova Regione, staccando pezzi dalla Toscana, dal Lazio e inserendo tutta l’Umbria, ma di avere ridato ad un territorio omogeneo, quale l’Etruria meridionale, la possibilità di gestire direttamente il proprio sviluppo.

Siamo contenti della realizzazione del Distretto turistico culturale dell’Etruria meridionale, anche perché da tempo andiamo sostenendo assieme ad altre associazioni la necessità di realizzare il “Geoparco dell’Etruria meridionale”, come antefatto dell’area territoriale “Tuscia Etruria Umbria”, che a ben guardare sono stati l’anticipazione letteraria del Distretto. Il Distretto dell’Etruria meridionale nasce quindi in un momento fertile in cui non sarebbe stato più possibile bloccare i semi diffusi. In questo territorio già sono presenti o in fase di attuazione unioni di Comuni, con i Biodistretti e i Contratti di Fiume e di Laghi. Il Distretto includerà questi piccoli ambiti territoriali e riteniamo dovrà favorirne la nascita di altri. E’ quindi nato dopo la germinazione dei semi, già presenti nella società della bassa Tuscia, diffusi anche dalla volontà popolare e sostenuti dalla partecipazione dei cittadini. Molti i tentativi posti in essere per tentare l’integrazione tra Comuni oltre al Geoparco dell’Etruria meridionale e la revisione istituzionale e amministrativa delle regioni con la creazione dell’Area Tuscia Etruria Umbria da noi e da vari comitati e associazioni proposte; degni di nota sono anche le iniziative Civiter (Civitavecchia-Viterbo-Terni),  il Distrtetto Rurale d’Europa, gli incontri tra i Comuni di Civitavecchia, Viterbo, Orvieto ecc…

Ora, però, occorre che il Distretto alla cui costituzione hanno aderito molti Comuni, tenga ben presente che l’impegno più importante e difficile è quello del contrasto al ruolo accentratore di Roma Capitale. Va data una svolta decisa allo sviluppo del territorio del Centro Italia, che sappiamo passa attraverso la creazione di infrastrutture viarie e ferroviarie, la difesa dell’ambiente, la valorizzazione dei beni culturali e ambientali. Deve cioè valorizzare il patrimonio culturale e ambientale di cui la Tuscia o meglio l’Etruria è dotata: laghi, mare, monti, fiumi, valloni e forre, parchi e riserve naturali, musei e centri storici. Ciò significa propendere perché la programmazione sia dettata da scelte di fondo, quali il rispetto vero dell’ambiente e della salute dei cittadini. Quindi ciò che dovrà essere cantierato non potranno più essere strade, dai costi esorbitanti in termini economici, che arrecano danni all’ambiente e alla salute e  sottraggono territorio vocato all’agricoltura di eccellenza, ma ferrovie trasversali. In questa la scelta preminente: la riapertura della linea ferroviaria Civitavecchia Capranica Orte, indispensabile per il trasporto delle merci, ma anche per il servizio turistico e viaggiatori, poiché collegamento su ferro del mar Tirreno col Mar Adriatico. Nel Viterbese è mancata soprattutto la programmazione dello sviluppo del territorio e ciò lo ha fatto divenire periferia di Roma e discarica, sito dove collocare servitù militari e centrali elettriche. La stessa fine ingloriosa della proposta dell’aeroporto deve far riflettere.

Con il distretto culturale si è posto un tassello importante, per rompere questo isolamento. Con il favorire in loco lo sviluppo, sarà anche possibile la riduzione degli spostamenti verso Roma, grande attrattrice e creatrice del pendolarismo. Attenzione però a non disperdere ancora una volta le grandi potenzialità dell’Etruria, che per storia, cultura, ambiente non ha rivali. Per far ciò serve il massimo coinvolgimento dei cittadini e delle loro associazioni e comitati. Dal basso, dai cittadini spesso nascono proposte che alla lunga sono le proposte vincenti  per lo sviluppo economico e sociale. Ed è attraverso la partecipazione dei cittadini alle scelte che si riconosce la democraticità di un governo.

Raimondo Chiricozzi

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