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Digestato, la probabile causa della moria di pesci nel fiume Marta

Il proprietario del terreno sequestrato l'avrebbe acquistato due giorni prima

Inquinamento del fiume Marta, la causa potrebbe essere riconducibile ad un fertilizzante. Il digestato, per la precisione, che il proprietario del terreno, sequestrato dopo la moria di pesci tra una fitta schiuma bianca in località Cartiera, avrebbe acquistato due giorni prima di quello che è stato etichettato immediatamente come disastro ambientale. Per avere conferme si attendono i risultati delle analisi delle acque dopo i campionamenti da parte del Comune di Tuscania e Arpa. Risultati che dovrebbero arrivare sulla scrivania del sindaco Fabio Bartolacci e su quella dei carabinieri forestali, che indagano sul caso, a breve.

”La situazione del fiume Marta, a livello visivo, pare essersi normalizzata – spiega il primo cittadino -. Continuano in modo costante i controlli, ma permane l’ordinanza di divieto dell’uso dell’acqua, per l’abbeveraggio degli animali e l’irrigazione dei terreni, firmato da me e dai miei colleghi di Tarquinia e Monte Romano. Fino a che non sappiamo di preciso quale veleno sia finito nel fiume non possiamo revocarla o prendere altri provvedimenti in merito. Le indagini proseguono – conclude – e ognuno, con le proprie competenze, sta lavorando duramente affinché il problema venga risolto del tutto”.

Il proprietario del terreno individuato in località San Savino come punto di origine dello sversamento del veleno nel fiume, avrebbe acquistato un fertilizzante, il digestato, due giorni prima del disastro ambientale avvenuto il 18 febbraio scorso. Quindi potrebbe essere proprio questa sostanza ad aver inquinato le acque causando la moria dei pesci e la comparsa in superficie di un’innaturale schiuma dal colore biancastro. Ma la certezza si avrà solo quando giungeranno i risultati dei prelievi di acqua e pesci morti.

Intanto, dopo un vertice in Prefettura in cui si è deciso di costituire un tavolo tecnico permanente sulle problematiche del fiume Marta, proseguono le indagini da parte dei carabinieri del gruppo forestale che hanno già provveduto al sequestro del terreno in questione, oltre al proseguo delle operazioni necessarie alla messa in sicurezza il sito.

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