BOMARZO – (b.b.) ”Quella musica era così assordante che in più di un’occasione sono stato costretto ad andare a dormire fuori casa. Riposare era impensabile. Schiamazzi, urla e canzoni fino alle 3 o alle 4 di notte. Vivere o dormire era praticamente impossibile”. A parlare in aula è uno dei tanti vicini di casa di un circolo privato nato e attivo nel centro di Bomarzo, che secondo l’esposto presentato, avrebbe per anni costretto l’intero paese a partecipare – pur non volendo – alle proprie feste.
Per questo i due presidenti del circolo sono finiti alla sbarra: devono entrambi rispondere di disturbo della quiete pubblica.
Due gli episodi su cui si basa l’intera accusa: uno dell’ottobre del 2015 e l’altro dell’aprile del 2016.
”Hanno cominciato a far festa alle 10 di sera – ha spiegato in aula un maresciallo dei Carabinieri di Bomarzo – fino a mezzanotte abbiamo cercato di sopportare, poi arrivate le 3 di notte sono stato costretto a chiamare i miei colleghi: essendo un carabiniere, molti dei vicini di casa venivano da me per chiedere cosa poter fare. La situazione stava diventando insostenibile e imbarazzante”.
Neppure con le finestre chiuse e i tappi alle orecchie, si sarebbe riusciti ad eliminare il problema: ”Si sentiva comunque – ha precisato uno dei testimoni del pubblico ministero – fortunatamente ho una casa lontana 5 o 6 chilometri dal centro: parecchie volte sono andato a dormire lì”.
Ora, a distanza di anni e di un processo penale arrivato quasi alle battute finali, la situazione sembra essere tornata alla normalità: ”Dopo l’esposto – ha concluso il maresciallo – hanno cominciato a rispettare gli orari. Ora si sente la musica, ma allo scadere dell’ora consentita, arriva finalmente il silenzio”.
Si tornerà in aula l’8 maggio per la discussione.