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Digitale e Pubblica Amministrazione: Viterbo resta indietro

È stato pubblicato nei giorni scorsi il rapporto ICity Rank 2022, che annualmente misura le performance dei 108 capoluoghi di provincia italiani per l’uso delle tecnologie digitali. Non brilla il Lazio e resta indietro anche Viterbo, classificatasi 83esima al fianco di Latina e altre sei città. Ecco nel dettaglio i risultati dell’indagine.

ICity Rank: la classifica delle città più digitali

Da ormai undici anni Forum PA misura i progressi fatti dalle città capoluogo di provincia per l’uso del digitale nei rapporti con il cittadino, elaborando la classifica che prende il nome di ICity Rank. La misurazione avviene sulla base di un’ampia varietà di indicatori, raggruppati in otto indici settoriali, riguardanti uso di servizi online e piattaforme abilitanti, social media, open data, disponibilità di reti Wi-Fi pubbliche gratuite, app municipali, Internet of Things e apertura alla transizione digitale.

L’incrocio dei risultati ottenuti nelle varie categorie permette agli analisti di misurare le performance specifiche e quelle complessive dei 108 capoluoghi italiani e di premiare le best practice della Pubblica Amministrazione, stimolando al contempo le peggio classificate a fare di più. Ciò che emerge da un punto di vista generale è un netto miglioramento di quasi tutte le città oggetto di studio, che hanno visto aumentare i propri punteggi rispetto all’anno scorso: questo ha portato all’aumento delle “città digitali” – quelle cioè in grado di utilizzare in maniera piena e continuativa il digitale – dalle 22 del 2021 alle 26 attuali e alla riduzione del gap tra nord e sud, ancora evidente ma limato dagli ottimi risultati di città come Cagliari, Palermo, Bari, Lecce, Napoli e Messina.

Il posizionamento di Viterbo e degli altri capoluoghi laziali

Come anticipato, il Lazio non esce particolarmente bene dall’ICity Rank 2022, che pur evidenziando questo generale miglioramento delle città italiane dovuto anche all’aumento degli investimenti specifici e alla maggiore disponibilità di fondi per la transizione digitale, per lo più provenienti dal PNRR, vede le varie province collocarsi ben oltre la metà classifica.

Roma si conferma a livello regionale la città più digitale, grazie al terzo posto condiviso con Bergamo, Cremona, Bologna, Modena e Trento e dietro soltanto a Firenze e Milano, ma per trovare un altro capoluogo laziale occorre scendere fino all’83esimo posto, dove si collocano Latina e proprio Viterbo, l’anno scorso rispettivamente 70esima e 73esima, con punteggi che sostanzialmente evidenziano uno scarso miglioramento nell’uso delle nuove tecnologie a differenza di altre città che invece corrono più spedite verso il futuro.

Male poi Frosinone, che si ferma al 94esimo posto, e Rieti, che addirittura con la sua 102esima posizione e un indice complessivo che non raggiunge i 30 punti termina l’anno nel gruppo delle 7 città – assieme ad Avellino, Benevento, Foggia, Agrigento, Enna e Isernia – con livello di digitalizzazione definito “critico”.

Digitalizzazione: un obiettivo centrale per le Pubbliche Amministrazioni

Introdurre le tecnologie digitali all’interno delle Pubbliche Amministrazioni è tutt’altro che un vezzo o una scelta di facciata, ma anzi si tratta sempre più di una necessità per gli enti che devono far fronte alle esigenze dei cittadini. Se attività come lo shopping online, l’uso delle roulette e di altri giochi o l’organizzazione del lavoro passano ormai quotidianamente dal web e dai device connessi alla rete, non è infatti pensabile continuare a immaginare un rapporto tra cittadini e istituzioni basato esclusivamente su sportelli fisici e burocrazia, né tanto meno vedere città non essere in grado di integrare soluzioni avanzate per migliorare i servizi presenti sul territorio.

È proprio in questa direzione che si muovono le analisi effettuate nell’ambito dell’ICity Rank, che mirano proprio a porre l’accento sull’importanza dell’uso delle nuove tecnologie per rendere più efficienti gli uffici, più veloci le comunicazioni e più funzionali i servizi urbani, dall’illuminazione pubblica alla gestione dei rifiuti, il tutto per garantire una migliore qualità della vita a chi la città la vive quotidianamente.

I passi in avanti fatti nel giro di un paio d’anni paiono evidenti, ma nonostante ciò molto bisogna ancora fare per favorire la crescita dei Comuni ancora indietro sulla tabella di marcia e per allineare l’intero territorio nazionale intorno all’obiettivo principale, ossia quello di velocizzare la transizione digitale e accompagnare i cittadini in un futuro più roseo.

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