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Ormai è chiaro: la responsabilità delle alluvioni è del becero ambientalismo e sua burocrazia

Gli ambientalisti preferiscono le lontre e le nutrie agli umani

Orte sott’acqua nel 2012

di Andrea Stefano Marini Balstra

Viterbo,24.5.23

Appare di ora in ora che gli stop degli ambientalisti ad ogni opera possibile per scongiurare lo sconquasso dell’ambiente sono stati primi responsabili dei fatti avvenuti nelle Romagne. La burocrazia ha fatto il resto.

Riproponiamo il nostro Articolo di giorni fa ed invitiamo a meditare.

Ricordiamo che nella Tuscia sono a pericolo a pericolo alluvione le zone di Tarquinia prossime alla foce del Marta e di Montalto di Castro alle foce del Fiora. Il bacino del Tevere con i suoi affluenti da Orte è da anni in pericolo, ancorchè fungano da bacino di “laminazione”i terreni vicini. Gli agricoltori subiscono danni per salvare Roma, ma continuano a pagare le imposte e contributi all’inutile Consorzio Bonifica Litorale Nord che nulla progetta per loro.

Alluvioni: un autogol ambientalista. Dico la mia

Le vere colpe delle alluvioni

20 Maggio 2023 – 09:11 | 0

di Andrea Stefano Marini Balestra

Viterbo,20.5.23

Mentre si scava nel fango e si contano vittime e non ancora del tutto i danni delle recenti alluvioni in Emilia-Romagna, un pensiero di impone.

Però, prima però di ciarlare di recenti piogge, eventi meteo e delle sue conseguenze è opportuno dare uno sguardo al Libro “Storia dei cambiamenti climatici” di Brian Fagan (Ed. Il Saggiatore) dove, puntualmente e con rigore scientifico si narra degli eventi che hanno colpito la nostra sfera librata nell’universo attorno al sole negli ultimi trenta mila anni. L’esame delle “carote” nei ghiacciai, nei laghi e l’esame degli anelli dei tronchi degli alberi (paleoendrocronologia) conferma il tormento del clima passato da periodi siccitosi a grandi geli e grandi caldi provocando mutazioni di vita alle quali i nostro progenitori furono più resilienti di noi oggi.

Quindi, parlare di mutamento climatico nel terzo millennio ed addossare le conseguenze alla antropizzazione ed all’uso di fonti energetiche fossili, cioè ad inquinanti, fa sorridere.

Chi contesta le tesi di coloro che fanno le prefiche di una prossima fine de mondo perchè si utilizzano mezzi di trasporto con motori a combustione interna o perchè le deiezioni degli animali nelle stalle favoriscono la CO2, viene considerato negazionista, nemico dell’ambiente e responsabile dei guasti provocati dalla natura, mentre nei fatti è il contrario.

Chi è nato nella prima metà del secolo scorso, ricorda l’alluvione del Polesine per vastità e dannosità pari quella odierna in Romagna, poi la “piccola glaciazione” del 1956 che portò neve in tutta Italia per mesi ( A Viterbo un “nevone” di metro e mezzo in città) e l’epidemia di asiatica combattuta e vinta senza lockdown che comunque provocò vittime nella popolazione anziana, però, tutti questi fenomeni non vennero addebitati a mutamenti climatici provocati dall’uomo. forse non c’erano ancora gli ambientalisti. Però, ci fu qualcuno che addebitò i fatti agli esperimenti nucleari dell’epoca, ma senza conferma. Poi tutto tornò normale.

L’origine delle conseguenze catastrofiche che seguono periodi di intense piogge che si registrano la e qua nel nostro territorio nazionale non è per il tanto conclamato mutamento climatico, riscaldamento della terra, variazioni della rotazione dei venti, cioè tutti fenomeni naturali accertati nella storia climatica del mondo, ma del comportamento dell’uomo nei confronti dell’ambiente.

Sempre, chi ha capelli bianchi ed avuto esperienza di vita contadina, ha visto con quale cura gli antichi agricoltori mantenevano i loro campi.

Con vanga, zappa, carriola e “roncio” si tenevano puliti gli argini dei fossi, adiacenti campi coltivati. Una “piena” di un fiume, di un torrente di una roggia, essendo le loro sponde pulite potevano consentire il deflusso delle acque in sovrabbondanza ed i campi erano salvi .

Oggi, non è più possibile intervenire per la pulizia delle sponde ed il dragaggio dei letti dei fiumi, perchè un mostro lo impedisce: la burocrazia.

Dietro questa burocrazia c’è lo zampino degli ambientalisti che ritengono scempio della natura tagliare le vetriche (piante spontanee sulle rive dei corsi d’acqua) per non parlare poi del dragaggio dei letti e delle foci.

Ecco, la vera causa delle alluvioni !

Chi conosce la campagna della nostra Provincia sa bene come i nostri corsi d’acqua erano mantenuti in ordine. Nel Tevere, erano presenti aziende estrattive di sabbia e ciotoli che in pratica praticavano dragaggio ed in alcuni punti la profondità del fiume era di anche intorno ai venti metri. Ma, i signori ambientalisti, chiusi nei loro salotti romani, hanno detto no. Non si può togliere dall’ambiente nulla.

Ecco una semplice spiegazione del perchè delle “piene” ed esondazioni. Mentre non è consentito ai proprietari dei fondi confinanti con fossi di mantenere pulite le sponde sotto pena di gravi sanzioni se non autorizzati dopo lunghe e faticose pratiche da organi “competenti”, la vegetazione cresce a dismisura cosi impedendo lo scorrimento delle acque che si trovano frenate nella corso vicino alle sponde.

Vi ricordate l’esondazione di qualche anno fa a Tarquinia ed a Montalto di Castro ? La causa, semplice, mancato dragaggio delle foci del Marta e del Fiora. Oggi, un dragaggio di un foce è impresa impossibile. Alla prima draga che compare, insorgono gli ambientalisti che difendono le telline (donax trunculus), vongole ( Venerupis decussata ) ed i cannolicchi (solens marginatus).

Non oso pensare cosa possa accadere alla foce del Tevere di Fiumara Grande quando la barra di sabbia che già ostruisce per metà la foce, finirà di chiuderla.

In definitiva, inutile piangere per quanto accaduto ed addebitare anche con sciacallismo politico le colpe di un’ alluvione a qualcuno in particolare.

La responsabilità è solo una: Burocrazia.

Impedire agli agricoltori di “coltivare” anche i corsi d’acqua confinanti con i loro campi impedire ad aziende di estrarre dai fondi dei fiumi sabbia e breccia e difficoltizzare anche enti anche pubblici di far uso di draghe nelle foci è stata ed è la causa dimolte delle attuali disgrazie.

Spendere risorse pubbliche per provvedere a costruire ed alzare gli argini dei fiumi è inutile se tutti i loro affluenti continuano ad avere sponde in disordine ed alla prima piena portano a valle detriti che vanno ad ostruire l’area di una golena.

La particolare situazione di stau come si definisce in mateoreologia la situazione di sollevamento di una massa d’aria davanti ad una catena montuosa che poi da origine a piaggi insistente, non è causa del cambiamento climatico tanto sbandierato e terroristicamente presentato, ma un semplice combinato disposto di venti da est umidi e rilievo montano. Sempre cè’stato e sempre ci sarà.

Quello che ha determinato i danni è stata la mancata attenzione ad una cura dei bacini fluviali. E basta.

Si dia libertà di azione, non si vada più a pretendere autorizzazioni per abbattere vetriche sulle sponde e si consenta liberamente dragare, quindi si vada ad azzittire coloro che da questa attività vedono un’aggressione alla natura.

Come si può pertanto concludere è stata proprio la ideologia ambientalista a provocare l’alluvione. Un bello e buono AUTOGOL.

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