27072024Headline:

A Viterbo non ci facciamo mancare niente, abbiamo “La Sceriffa” in Comune

Modo sceriffesco di governare la Città

di Andrea Stefano Marini Balestra

Viterbo,23.8.23

Non è il remake del famoso satirico film “La Sceriffa” del 1959, ma il modo di agire della protagonista del film (Carmela interpretata da Tina Pica) simile quello di governare la Città di Viterbo da parte della sindaco Frontini.

Costei, va avanti per la sua strada (in discesa, però) senza ascoltare nessuno dei suoi assessori che appaiono azzittiti da tanta baldanza ed arroganza vieppù manifestata in ogni occasione.

Decide, solo Lei. A Viterbo stiamo assistendo ad una sindacocratura.

Il decisonismo, di per se, sarebbe una dote, ma quando questo è a senso unico no. In un sistema democratico del terzo millenio non è ammesso.

Si è messa in testa proibire alle auto il centro storico e se ne frega delle osservazioni che le provengono da molti cittadini, addetti ai lavori e commercianti solo per poco ancora operanti entro le mura.

Un incontro con quest’ultimi nella Sala Rossa del Comune del Comune è stato interdetto ai giornalisti. Segretato.

Grave vulnus alla libertà di stampa e di cronaca che mai in passato, nemmeno sotto il sistema podestarile si era visto.

I giornalisti vengono solo invitati in Comune per la presentazione di eventi ludici assolutamente privi di carattere culturale.

Il Trasporto della Macchina di Santa vieppiù trasformato da manifestazione religiosa in una prestazione da libro dei primati Guiness, con le tribune a pagamento manco fosse una corsa di Formula 1.

E poi ci chiediamo perchè l’assessore alla bellezza Sgarbi è fuggito a gambe levate da Viterbo !

La Frontini, con una puerilità infantile, addormenta i cittadini mettendo in scena solo l’effimero, spreca soldi per realizzare piste ciclabili e marciapiedi attorno alle mura trascurando di mettere, almeno, in progetto, opere utili alla fruizione della Città.

Il modo screrrifesco della protagonista del citato fortunato Film per la regia di Bianchi Montero andava bene nell’ambientazione del vecchio West americano, assolutamente non a Viterbo, dove, da quando nacque come libero comune (cioè dall XI° secolo) l’amministrazione è sempre stata democraticamente praticata.

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